Rielezione del Presidente Mattarella: un Paese in sicurezza

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L’accoppiata Mattarella-Draghi, molto apprezzata dalle cancellerie internazionali e dal mercato, è la migliore garanzia per fronteggiare la pandemia, sostenere la crescita economica, affrontare i problemi strutturali, ridare fiducia ai cittadini

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo il rinnovo del suo mandato, ha indirizzato al Paese un nobile messaggio di accettazione. Da esso traspare come il senso dell’impegno verso il Paese ha finito per prevalere sulle sue attese personali.

Il richiamo al dovere ed alla responsabilità è un esempio che i politici e la classe dirigente debbono tenere da conto in un anno particolarmente delicato, che ci condurrà alle elezioni del 2023.

L’accoppiata Mattarella-Draghi, molto apprezzata dalle cancellerie internazionali e dal mercato, è la migliore garanzia per fronteggiare la pandemia, sostenere la crescita economica, affrontare i problemi strutturali, ridare fiducia ai cittadini.

Dà pensiero il sistema dei partiti che, dopo i numerosi passi falsi di questi giorni e l’ombra buttata sulla democrazia rappresentativa, dovrebbe autodeterminarsi e sostenere, senza bizantinismi e manovre tattiche, l’azione di Governo.

Su una certezza, in ogni caso, si può fare affidamento: il Presidente Draghi, superata la fase del “vogliamoci bene”, precedente alla recente elezione del Capo dello Stato, governerà con maggiore e più decisa determinazione, per rispettare gli impegni presi a livello europeo e non fare perdere al Paese la credibilità guadagnata.

Il Pnrr prevede investimenti per 220 Mld di euro, che possono dare una svolta all’economia. Questi fondi sono stati messi a disposizione dall’Europa a patto che si rispettino alcuni paletti tra cui, e soprattutto, le riforme di cui si parla da almeno 30 anni (riforma degli appalti, della burocrazia, del fisco, della concorrenza e del Csm). Esse, sicuramente, si trovano in primaria evidenza nell’agenda del Governo.

Comunque, per non sperdermi in situazioni molto complesse, come le riforme, voglio richiamare che, dopo avere centrato nei giusti tempi i 51 traguardi previsti per il 2021, a livello della progettualità richiesta, il Governo ha ottenuto il pagamento della prima rata, pari 24,1 Mld. Per la seconda bisogna rispettare entro giugno 2022 la formulazione di altri 45 progetti, per un pari ammontare.

Si può essere certi che, soprattutto in alcuni dicasteri, si stia lavorando intensamente affinché il percorso venga attuato. L’impegno è notevole, dal momento che l’agenda del 2022 presenta 100 target. L’aria critica è data dal fatto che il 36% dei fondi assegnati rientra nelle responsabilità degli enti locali, di cui è ben nota la scarsa capacità realizzatrice. 

In questo quadro complesso troviamo incoraggiamento, se non altro a livello di leadership, nelle parole espresse da Eugenio Scalfari su “La Repubblica” del 31 gennaio u.s.: “Sabato è stata una grande giornata politica: abbiamo di nuovo al Quirinale un Presidente della Repubblica che ha tutte le qualità necessarie per essere l’arbitro della partita quotidiana tra i tre poteri costituzionali (legislativo, esecutivo, giudiziario) e tra le parti politiche, ciascuna con una propria visione del bene comune”.

Il Presidente Draghi, dal canto suo, confortato e sostenuto dalla presenza di Mattarella, saprà, sollecitato dai traguardi che lo attendono, compattare e tenere insieme la coalizione di Governo.

Lasciamolo lavorare per fronteggiare le emergenze per le quali era stato chiamato al Governo un anno fa: contrastare la pandemia, porre le condizioni per l’utilizzo dei fondi europei, rispettando gli impegni assunti, con una forte attenzione rivolta verso l’emergenza sociale, e cioè crisi del lavoro, crescita delle diseguaglianze, con in testa il sud, e le nuove povertà, scaturenti, anche, da un accelerato avanzamento tecnologico e dalla necessaria transizione ambientale.

L’impegno è notevole, non aiutato certamente dal crescente costo dell’energia, dalla montante inflazione e da un quadro internazionale che non volge al bello, considerando soprattutto la tensione in Ucraina.

L’ultimo numero dell’Espresso titola in copertina: “La crisi del sistema continua: senza partiti, senza leader, con l’incognita sul Governo 2022.

È una constatazione, che può apparire disperata e senza sbocchi. Ad essa voglio contrapporre un pensiero di Brecht, ripreso da Emanuela Eudisio su “La Repubblica” del 31 gennaio u.s. a proposito della portentosa vittoria del tennista Rafael Nadal alla recente finale in Australia, e che voglio trasferire ai due Presidenti: “Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi; altri che lottano un anno e sono bravi; ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi; però ci sono quelli che lottano tutta la vita: sono gli indispensabili”.

L’attuale, convulsa stagione politica ha decretato che Mattarella e Draghi sono indispensabili, pilastri intorno ai quali è auspicabile che maturi una nuova classe e cultura politica. Sosteniamoli e, per carità di Patria, non facciamoci intristire dal desolante quadro di questi giorni. C’è un’Italia positiva e fattiva, pronta a reagire. La politica migliore seguirà, adeguandosi e scartando, nel suo progredire (copyright di Susanna Turco) “chi è pronto a tutto ma capace di nulla”.

L’articolo è pubblicato come podcast su www.tfnews.it.

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