Covid, Crisanti: “adesso sono i vaccinati a rischiare di più. Ecco l’errore da non commettere”

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Il professore dell’Università di Padova ha commentato la decisione di estendere a durata “illimitata” il Green Pass per i vaccinati con tre dosi: “mancanza di chiarezza delle istituzioni, ad oggi non si hanno i dati dei trial per capire la reale efficacia del booster, quindi non si vogliono fare passi in avanti sulla quarta dose”

“Da oltre quindici giorni dico che la curva si sarebbe abbassata tra fine gennaio e l’inizio di febbraio. E ribadisco che io non sono mai stato favorito al Green Pass perché non è una misura di sanità pubblica”. Lo ha affermato ai microfoni del programma L’Aria Che Tira, in onda su La7, il dott. Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova. L’esperto ha ancora una volta criticato lo strumento del Green Pass, che non è servito a frenare la pandemia del Covid. Dopo la sofferenza del mese di dicembre e gennaio, però adesso la situazione si sta progressivamente tranquillizzando: “ovviamente non dico che la pandemia è passata, ma sicuramente tra 3-4 settimane avremo un numero di contagi giornaliero accettabile. La curva d’occupazione degli ospedali è sfasata di 20 giorni, i decessi che vediamo riflettono l’andamento di tre settimane fa. Con la diffusione di Omicron, nel momento in cui il 90% della popolazione italiana è vaccinata, si può parlare di momento ideale per allentare le misure restrittive. Se non lo facciamo adesso, allora quando?”.

“Bisogna sempre capire in che situazione ci si trova – spiega ancora Crisanti – . All’inizio sono serviti il lockdown e le zone rosse per guadagnare tempo aspettare l’arrivo dei vaccini. Poi abbiamo utilizzato i vaccini e le restrizioni in maniera più bilanciata. Adesso, invece, siamo in una nuova fase in cui dobbiamo proteggere le persone vulnerabili, perché non è che il virus se ne andrà via. Quando leggiamo il bollettino che recita oltre 300-400 morti al giorno, dobbiamo ricordarci che si tratta in larga parte di persone vaccinate. I pazienti non vaccinati che moriranno in terapia intensiva, lo dicono i dati Iss, saranno massimo 30 o 40 al giorno, anche perché ormai sono rimasti davvero in pochi. Chi sta morendo adesso sono quelle persone vaccinate e fragili, il nostro compito in una situazione di endemia è di proteggerli, altrimenti il risultato sarà la riduzione dell’età d”aspettativa di vita”.

Con l’allentamenti delle restrizioni però, come si fa a proteggere i cittadini fragili da varianti altamente contagiose come Omicron“L’errore da non commettere – prosegue Crisanti – è quello di mandare in giro i positivi asintomatici. E’ pur vero che la corsa ai tamponi deve finire ed è stata legata alla diffusione della nuova mutazione che ha avuto numeri spaventosi. Nel momento in cui i contagi caleranno a 10-15 mila giornalieri, il tracciamento diventerà ancora più importante. Mandare in giro i positivi asintomatici sarebbe un grave errore”. Sulle mascherine all’aperto Crisanti è categorico: “non hanno grande impatto, le Ffp2 hanno vera utilità sui mezzi pubblici e nelle aree di assembramento. Il ‘modello inglese’ ad esempio ha un grandissimo pregio, che è la trasparenza delle istituzioni con i cittadini. Il Governo ha dato il liberi tutti, siamo disposti ad accettare un prezzo in termini diffusione e di vite umane, potenziamo il sistema sanitario nazionale e la popolazione in qualche modo ha accettato. Il liberi tutti in Inghilterra non vuol dire che i positivi uscivano dalla quarantena. I positivi ricevevano ogni giorno una telefonata, glielo posso assicurare”.

Infine, sulla scelta del Governo di estendere il Green Pass a durata “indefinita” per i vaccinati con tre dosi, Crisanti dice: “solo il tempo dirà se si tratta di una decisione giusta, dettata dal fatto che non è stata ancora presa una decisione sulla quarta dose, non si potevano lasciare appesi quei cittadini che hanno fatto il booster ad ottobre. E’ una decisione della mancata trasparenza dei trial, dovremmo capire se la terza dose ha avuto effetto, il Governo dovrebbe chiederli alle case farmaceutiche. E’ evidente che non lo sappiamo, è la risposta più onesta che si possa dare. Sicuramente la terza dose ripristina la protezione, ma non si sa per quanto tempo si farà. Israele ha avviato la quarta dose senza i dati, fossi il Governo italiano aspetterei e chiederei alle case farmaceutiche i dati”.

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