Un Ponte unisce la Croazia, un altro divide lo Stretto di Messina. Perchè non c’è…

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Il Ponte di Sabbioncello unisce la Croazia. Quello sullo Stretto, divide l’Italia. Le nostre amare riflessioni

Siciliani? Calabresi? Attaccatevi al tra…. ghetto. Si, perchè altrove, anzichè ciarlare di studi di fattibilità e di “opzioni zero”, i ponti non si discutono, non si promettono, ma si fanno. Con la consapevolezza che queste opere sono utili ad un’intera nazione.

E’ il caso del ponte di Sabbioncello, un’opera ardita da 2,5 km che ha consentito di unire due parti della Dalmazia, in territorio croato, divise dallo sbocco al mare della Bosnia: la provincia di Neum. Un lembo di terra che, finora, aveva diviso due parti di un paese, la Croazia, ora finalmente unito grazie al ponte che vedete in figura.

Una situazione simile a quella italiana, se non fosse che il lembo di terra, da noi è un braccio di mare. E che dall’altra parte del Ponte non c’è un territorio la cui principale città, Dubrovnik, conta poco più di 40.000 abitanti, ma l’isola più grande del Mediterraneo, che di abitanti ne conta 5 milioni.

Questi ultimi rimarranno schiavi del traghetto, ma anche privi di Alta Velocità e di infrastrutture per collegare i loro porti al continente. Ma, soprattutto, saranno sempre divisi dai loro connazionali, grazie ad una barriera naturale che si vuole invalicabile. Perchè lo Stretto serve, e non solo ai traghettatori. Serve per marcare la divisione, e renderla inesorabile. Serve a chi vuole il Paese diviso, geograficamente ed economicamente. Perchè a costoro conviene così.

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