Green pass, Molinari (Lega): “adesso va abolito”

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Green pass: le parole di Riccardo Molinari, presidente dei deputati della

E’ necessario che la nostra presenza al governo abbia pari dignità rispetto agli altri. La Lega in termini di numeri è il secondo gruppo in Parlamento. Talvolta le posizioni di Leu contano più delle nostre, e non possiamo più accettarlo“. Lo afferma Riccardo Molinari, presidente dei deputati della Lega, in una intervista a La Verità.

Per questo i ministri leghisti non hanno votato l’ultimo decreto Covid?

Hanno pesato molto le regole sulla scuola: si sta creando una discriminazione nelle classi tra bambini vaccinati e non vaccinati. Non siamo assolutamente un partito no vax, ma chiediamo di essere ascoltati su alcuni punti che non condividiamo”, “non siamo mai stati d’accordo sull’obbligo di Green Pass sul luogo di lavoro. Allo stesso modo, siamo contrari al Green Pass per i minorenni: una regola ingiusta, perché il minorenne non può decidere se vaccinarsi o no. Non ha senso subire limitazioni per scelte fatte da altri“.

Dunque in aula non voterete il decreto?

Intanto i nostri ministri non l’hanno approvato: l’atteggiamento in aula lo decideremo con il segretario. Dobbiamo uscire dalla logica per cui ’emergenza’ significa soppressione totale del dibattito parlamentare. Il presidente Mattarella ha lanciato un messaggio chiaro sull’importanza della democrazia parlamentare e sul rischio di imposizioni tecnocratiche“.

Serve una riconciliazione nazionale che passi dall’abolizione del Green Pass?

Assolutamente sì. Le continue strette sul Green Pass hanno radicalizzato le posizioni delle persone dubbiose sul vaccino, che si sono viste comprimere alcuni diritti. Il Green Pass era stato pensato come strumento per indurre alla vaccinazione, e in parte ha funzionato: d’altro canto, ha radicalizzato una parte della popolazione che magari attraverso un’opera di convincimento si sarebbe vaccinata più serenamente“.

Quindi torna sui dissidi per l’elezione del capo dello Stato: “Matteo Salvini ha cercato di tenere insieme la coalizione. Chi ha compromesso l’unità del centrodestra è stato Fratelli d’Italia, rompendo la linea comune con la candidatura di Guido Crosetto. E poi Forza Italia e Coraggio Italia, che non hanno votato Elisabetta Casellati. La scelta di Mattarella non è stata dettata dall’appartenenza al governo: era la scelta migliore rispetto alle alternative che si stavano delineando“. E aggiunge: “Sa parte di Fratelli d’Italia non sono volate carezze nei nostri confronti. E non siamo sacchi da boxe. Intendiamo rafforzare l’alleanza di centrodestra, a patto però che tutti siano d’accordo: se qualcuno non vuole l’alleanza, è chiaro che a questo punto guardiamo altrove. Quando Salvini ha rilanciato il progetto della ‘federazione di centrodestra’, è ovvio che si rivolge a chi sta condividendo con noi la responsabilità di governo, e non a chi da fuori gioca a distruggere tutto, fingendo che il Covid non sia mai esistito, o che la gente non sia morta negli ospedali, o che non vi sia un’emergenza nel nostro Paese“. E’ partito il cantiere del grande centro. Con abbinato sistema elettorale proporzionale… “Visto che la candidatura di Casini era spinta dai proporzionalisti, Salvini ha fatto bene a stopparla. Altrimenti questa strategia centrista si sarebbe rafforzata. Per il resto, se c’è ancora un centrodestra, resteremo uniti sul maggioritario. Ma Toti ha già rotto questo accordo, e Forza Italia dovrà chiarire la sua posizione“.

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