Chi è Volodymyr Zelensky? L’ex comico che suonava il piano con il pene, ora presidente dell’Ucraina: Putin lo vuole morto

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Scopriamo chi è Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina che Vladimir Putin vuole morto: da ex comico a capo di stato, l’uso dei social e la gestione della guerra

Attore, sceneggiatore, regista e comico. Fino al 2018, Volodymyr Zelensky era un personaggio noto della tv ucraina, a partire dal 2019 ne è diventato il presidente. Il suo nome è sulla bocca di tutti nelle ultime settimane a causa dell’escalation di tensioni fra Russia e Ucraina che ha portato, 3 giorni fa, allo scoppio della guerra. A differenza del leader russo Vladimir Putin, Zelensky ha una minore esperienza politica e in molti, soprattutto al di fuori dall’Ucraina, conoscono poco o nulla della sua figura. Proviamo a indagare su luci e ombre del suo passato.

Il passato da comico e la grande popolarità politica

Volodymyr Zelensky è molto popolare in Ucraina, ma la sua fama non deriva dalla politica. Prima di vestire i panni di leader della nazione, Zelensky era un comico amatissimo dagli ucraini: fra i suoi sketch più virali quello in cui suonava il pianoforte con il pene. La sua fama è salita alle stelle grazie alla serie tv “Servitore del popolo“, nella quale interpretava Vasyl Holoborodk, un insegnante di storia ritrovatosi di colpo presidente dell’Ucraina: il professore aveva raggiunto una grande popolarità a causa di un video, registrato di nascosto da un alunno e divenuto virale sui social, riguardante un suo sfogo contro la classe politica corrotta del Paese. Grazie al filmato, il professore si ritrovò alla guida della nazione.

Servitore del popolo” divenne anche il nome del partito politico che Zelensky scelse per presentarsi alle elezioni nel 2019. La sua candidatura venne bollata come una burla, in molti lo etichettarono come un fantoccio dei poteri forti (era molto amico dell’oligarca Kolomoisky) o un dilettante allo sbaraglio, ma la sua campagna elettorale contro la corruzione politica e la volontà di limitare il potere degli oligarchi, fu un successo da circa il 70% di preferenze alle elezioni contro il presidente uscente Poroshenko.

Le accuse di essere filo-russo e i rapporti con Trump

Sembra assurdo pensarlo in questo momento, ma Zelensky, all’inizio del suo mandato, venne accusato di essere filo-russo. L’attuale presidente ucraino è nato a Kryvy Rih, città ucraina nella quale si parla prevalentemente il russo: tale caratteristica, in sede elettorale, lo aveva aiutato a ottenere il supporto di quelle regioni in cui c’è una forte componente russa. Diversi gli atti di distensione promossi verso la Russia, comprese liberazioni reciproche dei prigionieri e la partecipazione agli incontri “Formato Normandia” con lo stesso Putin, il presidente Macron e l’ex cancelliere tedesco Angela Merkel per trovare una soluzione alla guerra nel Donbass.

Recentemente però, la situazione è precipitata. Zelensky si è avvicinato fortemente alla Nato, dicendosi pronto a far entrare l’Ucraina nell’organizzazione. Una svolta a Occidente che, a suo dire, avrebbe spinto la Russia a organizzare un colpo di stato militare nei suoi confronti previsto a dicembre. Nessun golpe, ma venti di guerra che hanno portato, 3 giorni fa, all’inizio del conflitto: la Russia vuole tenere neutrale (o filo-russa) l’Ucraina, asset strategico di fondamentale importanza nello scacchiere geopolitico con la Nato.

A proposito di Occidente, nel 2019 fece molto scalpore il rapporto fra Zelensky e l’allora presidente USA Donald Trump. Il tycoon chiese al leader ucraino di indagare su presunte attività di corruzione svolte dalla famiglia Biden in Ucraina, al fine di screditare l’avversario politico. La telefonata fece scoppiare uno scandalo dal quale emersero rapporti commerciali “poco chiari” tra il figlio dell’attuale presidente USA e alcuni magnati ucraini.

La comunicazione social: sferzante anche da durante la guerra

Presidente molto giovane, appena 44 anni, Volodymyr Zelensky ha implementato un forte uso dei social nella sua comunicazione politica. Lo si vede in giacca e cravatta sui media, poi poco dopo in abiti informali per delle comunicazioni sulle piattaforme social, successivamente viene ripreso in mimetica militare. Il suo passato da attore gli permette di bucare lo schermo e gli impone di “metterci la faccia”, anche senza il pomposo corredo che contraddistingue le comunicazioni politiche alle quali siamo abituati. Durante la guerra lo abbiamo visto filmare se stesso con la fotocamera anteriore del proprio telefono nel mandare messaggi alla nazione. Zelensky ha risposto alle accuse di chi lo dava in fuga, spiegando di voler restare a Kiev al punto da rifiutare la proposta USA di aiuto per lasciare il Paese: “ho bisogno di munizioni, non di un passaggio“.

Le sue parole non lasciano mai indifferenti. Ha chiesto alla Nato “perchè nessuno è pronto ad aiutare l’Ucraina“, mettendo pressione sui leader europei ai quali ha detto chiaramente “è l’ultimo giorno in cui mi vedrete vivo” in uno dei recenti colloqui. Ha fatto scalpore il malinteso con Draghi, poi chiarito, nel quale ha dichiarato “la prossima volta sposterò l’agenda di guerra per parlare con Draghi“. Per il popolo ucraino è il simbolo della resistenza, per Vladimir Putin è l’obiettivo numero 1 da eliminare, un drogato neo-fascista responsabile dei genocidi nel Donbass filo-russo. Zelensky ne è consapevole: “sono il bersaglio numero 1“, “la mia famiglia (la moglie Olena e i figli Kiril e Aleksandra) è il bersaglio numero 2“.

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