Guerra Ucraina, la propaganda della Russia incanta la Cina. Dal neonazismo agli scudi umani: i media esaltano la narrativa di Putin

StrettoWeb

La Cina favorisce la propaganda della Russia in merito alla guerra in Ucraina: social e media cinesi sposano a pieno la visione di Putin e filtrano solo le informazioni filorusse. Un’alleanza mediatica contro l’Occidente

Quella iniziata lo scorso 24 febbraio fra Russia e Ucraina è stata definita la prima “guerra social“. L’informazione e la propaganda hanno sempre giocato un ruolo fondamentale in ogni conflitto, ma mai quanto ai giorni nostri, con l’attuale facilità di diffusione delle notizie a livello mondiale, si combatte una guerra parallela a colpi di news e fake news. È per questo motivo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky interviene sempre in prima persona, arrivando addirittura a riprendere se stesso con il proprio smartphone per registrare alcuni messaggi, o Vladimir Putin applica una censura di stato all’informazione russa. A tal proposito, la Russia ha scelto fin dall’inizio di dare una particolare chiave di lettura della guerra ai propri cittadini: un intervento necessario, di pace, per denazificare e demilitarizzare l’Ucraina, influenzata da Nato e Occidente. Non una guerra ma “un’operazione speciale“, nella quale non ci sono vittime civili e vengono colpiti solo importanti obiettivi strategici e militari.

Un’informazione fortemente condizionata e facilmente smentibile da foto e video che circolano liberamente al di fuori dei confini nazionali russi. L’intervento militare della Russia in Ucraina è stato letto come una vera e propria aggressione a uno stato sovrano e libero in tutto l’Occidente, ma c’è chi ha deciso di sposare la visione di Putin. La Cina ha scelto di raccontare ai propri cittadini la “versione russa” del conflitto. Nei primi giorni di guerra il “Global Time”, tabloid del Partito Comunista, ha rilanciato le news della tv russa RT secondo la quale i soldati ucraini avevano deposto le armi. L’emittente statale Central Television Station (CCTV) ha dato per buona la fake news della fuga di Zelensky da Kiev con tanto di hashtag visto 510 milioni di volte e rilanciato da 163 media in tutto il Paese. Una tempesta di notizie filorusse, riportate citando fonti russe, senza una minima verifica di una controparte internazionale.

Secondo quanto riporta il New York Times, “la Cina ha abbracciato la propaganda e le bugie della Russia sulla guerra“. Social, siti web e tv danno ampio spazio alle voci che arrivano dalla Russia in un Paese che ha una gestione maniacale dell’informazione, che ha messo a tacere o arrestato critici, giornalisti e oppositori politici, ha censurato i mezzi di informazione e bloccato tutti i principali siti di notizie e informazioni occidentali, inclusi Google, Twitter, YouTube, Wikipedia, The New York Times, The Wall Street Journal e BBC. Se fin qui la Cina ha mantenuto una posizione ambigua in merito alla guerra Russia-Ucraina, l’informazione che lascia passare ai propri cittadini la dice lunga sulla parte che Pechino ha scelto di prendere.

Del resto, l’alleanza sulla gestione dell’informazione fra Russia e Cina deriva dalla medesima visione del mondo dei due leader, Vladimir Putin e Xi Jinping: sfiducia negli Stati Uniti, volontà di sfidare il predominio dell’Occidente nell’influenzare l’opinione pubblica mondiale. Nel 2015 i due capi di stato hanno deciso che i due paesi avrebbero dovuto rafforzare la loro cooperazione mediatica: nel 2021, i principali media cinesi hanno citato RT.com (il sito della tv russa) in media 2500 volte a settimana. Molti media cinesi parlano di RT e Sputnik come degli avanguardisti dell’informazione, capaci di sfidare il predominio occidentale.

Il messaggio che passa in Cina è esattamente lo stesso che passa in Russia. “L’operazione speciale” messa in atto dalla Russia ha lo scopo di limitare l’espansione della Nato e allo stesso tempo di denazificare l’Ucraina. Sul tema del neonazismo viene citato il battaglione Azov, unità speciale della Guardia Nazionale ucraina, noto per le sue simpatie neonaziste. Lo stesso presidente Zelensky è stato accusato di essere un neonazista, nonostante sia ebreo. La Cina sta inoltre diffondendo alcune informazioni sull’utilizzo di scudi umani da parte dei militari ucraini, rilanciando alcune dichiarazioni di Putin.

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