Profughi ucraini arrivano in hotel ma vengono respinti: “non avevano il Green Pass”

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Donna e figlia di 11 anni in fuga da Kiev non sono state accettate da un albergo di Bologna

Il Covid ci avrebbe reso migliori, dicevano. Ne saremmo usciti più uniti, dicevano ancora. E invece tutto questo non sembra essersi realizzato. Quanto successo a Bologna rende perfettamente l’idea di come la pandemia abbia eliminato totalmente in molti il sentimento di umanità. Una donna ucraina in fuga dalla guerra è stata respinta dall’hotel insieme alla figlia di 11 anni perché sprovvista di Green Pass. La storia è raccontata dalla volontaria Olha Martyniuk, contattata dal presidente dell’associazione Nuova Ucraina per cercare di trovare una sistemazione in città, per una notte, a una donna proveniente da Kiev. “Ho chiamato un hotel – spiega – , spiegando che la signora non aveva il Green pass perché era in fuga dalla guerra. Mi hanno detto che non c’era problema. Invece, una volta arrivate dopo un viaggio di 30 ore, mamma e figlia sono state praticamente cacciate perché senza Green pass: era notte, siamo impazzite per trovare una farmacia per un tampone… E una volta fatto ancora facevano storie. Ovviamente la stanza era stata pagata”.

“Il rispetto delle regole è importante, ma non si può perdere l’umanità. Non si può essere indifferenti di fronte a una mamma in fuga dalla guerra con la sua bambina piccola”, sostiene Olha, la quale poi annuncia che oggi scriverà al sindaco Matteo Lepore “per chiedere di snellire le procedure d’accoglienza, una mano a trovare spazi per collocare queste famiglie. Con l’associazione ci stiamo attivando pure per acquistare giubbotti antiproiettile da mandare in Ucraina”.

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