Covid, obbligo vaccinale over 50: dopo un mese non è stata emessa neanche una multa

StrettoWeb

Il sistema informatico della sanità italiana è andato in tilt: i controlli incrociati si sono ingarbugliati e all’Agenzia delle Entrate non è ancora arrivato nessun nominativo

A distanza di oltre un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale anti-Covid per i cittadini over 50, non sono ancora state comminate le multe agli inadempienti. La colpa sarebbe dei sistemi informatici che non sono collegati fra di loro, delle lungaggini burocratiche e del percorso ad ostacoli disegnato dal decreto varato il 7 gennaio. Certo, sin dall’inizio la vicenda è sembrata esser presa poco sul serio, visto che la sanzione prevista è di soli 100 euro una tantum, ma va detto che la macchina si è inceppata sin da subito.

La procedura ufficiale prevede che i nominativi degli over 50 non vaccinati vengano prima rilevati dal Sistema Tessera Sanitaria gestito da Sogei (ministero del Tesoro) e poi incrociati con la banca dati dell’anagrafe vaccinale nazionale (fornita dalla Regioni). In più sulla tessera sanitaria si sarebbero dovuti registrare anche i certificati di avvenuta guarigione dal Covid, trasmessi da medici di famiglia e Asl. L’incrocio delle varie piattaforme informatiche ha mandato in tilt le tabelle della sanità italiana, tanto che ad oggi, 9 marzo 2022, ancora nessun nominativo è stato trasmesso ad Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Al momento gli italiani over 50 a non aver ricevuto neppure una dose del vaccino anti-Covid sono 1 milione e 860 mila. Ma tolti i guariti da meno di sei mesi e aggiunti coloro che hanno soltanto effettuato il richiamo e non il booster, il numero si riduce a circa 1 milione e 500 mila circa. E poteva andar peggio agli over 50 in età lavorativa, che sprovvisti di Super Green Pass sarebbero costretti per legge a restare a casa senza stipendio. In larga parte si tratta di dipendenti di aziende private, quindi non è detto la sospensione sia davvero avvenuta, con i datori di lavoro che dovendo ricorrere a sostituzioni di 10 giorni in 1o giorni hanno preferito quasi ovunque lasciare in smart working i collaboratori refrattari. Insomma, per ora i non vaccinati l’hanno scampata bella, e la beffa per il governo italiano si avvicina, visto che la valenza dell’obbligo scade il 15 giugno.

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