Gli ucraini contro Putin come i partigiani italiani: l’artista canta “Bella Ciao” per i soldati in guerra

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La nota cantante folk, Khrystyna Soloviy, ha intitolato la sua rivisitazione “L’ira ucraina”

Il canto popolare italiano più famoso, “Bella Ciao”, è diventato il simbolo della Resistenza ucraina. La nota cantante folk, Khrystyna Soloviy, ha riadattato il canto partigiano al contesto dell’attuale conflitto con la Russia, dedicandolo “a tutte le forze armate, ai nostri eroi e a tutti coloro che in questo momento combattono per la propria terra”. Intitolato “L’ira ucraina”, la guerra entra prepotentemente nelle strofe: “una mattina, all’alba/La terra tremò e il nostro sangue cominciò a bollire/I razzi dal cielo, le colonne dei carri armati/E il vecchio Dnipro urlò”. La voce della giovane Soloviy, accompagnata dalla chitarra di Olexii Morosov, canta ancora: “nessuno ci pensava, nessuno sapeva/Quale fosse l’ira ucraina”.

Non è la prima volta che “Bella Ciao” viene cantata dal popolo ucraino: l’inno era già risuonato nel periodo del golpe del 2014, durante le proteste di “EuroMaidan”, con un testo utilizzato contro il presidente Viktor Yanukovyc, soprannominato Vitja: “Addio! Non ritornare! O Vitja ciao, Vitja ciao, Vitja ciao-ciao-ciao. Perché sia libera la nostra Patria fino alla fine noi lotteremo”.

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