Va in Ucraina per aiutare i rifugiati a scappare, ma viene fermata in Italia perché senza Super Green Pass: “questo Paese è demenziale!” | VIDEO

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La battaglia della giornalista Raffaella Regoli che chiede di eliminare il Green Pass rafforzato almeno per i mezzi di trasporto: “questa vergogna c’è solo in Italia e deve finire”

“Sono molto arrabbiata perché, seppur sono andata fino in Ucraina per portare il mio aiuto, non posso dimenticare la battaglia per i diritti che stiamo conducendo nel nostro Paese”. E’ quanto ha affermato in un video pubblicato sul canale Youtube di RadioRadio la giornalista Raffaella Regoli, autrice di numerose inchieste andate in onda a Fuori dal Coro su Rete4, da circa un mese sospesa dall’azienda a causa della mancata vaccinazione. Dopo aver attraversato tre Stati per raggiungere i cittadini afflitti dalla guerra in Ucraina, l’inviata è infatti tornata in Italia per schierarsi al fianco dei profughi sprovvisti di Green Pass.

“Nessuno all’estero mi ha chiesto il Green Pass – prosegue la giornalista – , neppure per entrare in un bar o dormire in un albergo, mentre tornando nel mio Paese mi devo sentire come un ladro per sedersi un tavolino a prendere il caffè. Ho dovuto fare una battaglia per aiutare alcuni rifugiati ucraini sprovvisti di Super Green Pass a salire sul treno. Ma in questo Paese, con un’emergenza (la guerra, ndr) che è molto più grave di quella che abbiamo passato, e sicuramente poteva essere risolta in altro modo, e non questa pesante discriminazione, io dico: ma volete togliere il Super Green Pass almeno per i mezzi di trasporto? No, concedono l’esenzione per i profughi, ma non per noi che ci viviamo, creando un’altra disuguaglianza sociale. La trovo una cosa demenziale!”.

“L’Italia è un Paese demenziale e soprattutto di fronte ad un’emergenza non si capisce il senso  di mantenere queste restrizioni anti-Covid che non esistono più in alcun altro Stato. Oggi sono Over 50 che non posso lavorare, ma posso andare fino in Ucraina a prendere persone per farle scappare dalla guerra. L’unica frontiera in cui ci hanno fermato è stata quella italiana. Io continuerò a battermi affinché i nostri diritti siano rispettati perché questa vergogna, che si chiama Italia ed esiste solo in Italia, finisca. Per questa vergogna deve finire!”, conclude Raffaella Regoli.

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