Caro benzina, blitz di Casa Pound nei distributori di tutta Italia. Proteste anche a Reggio Calabria: “fammi il pieno di sangue” | FOTO

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    Foto Facebook CasaPound - Reggio Calabria
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    Foto Facebook CasaPound - Siracusa
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StrettoWeb

Caro benzina, blitz di CasaPound in tutta Italia: sacche di sangue e distributori sigillati, “così uccidete la nazione”. Le proteste arrivano anche in Calabria e Sicilia, tra Reggio e Siracusa

Mentre si resta in attesa di una mossa ufficiale del Governo per frenare i rincari (ieri il Ministro Cingolani ha parlato di accisa mobile), il tema del caro carburante continua a tenere banco anche in Italia. Nonostante le diminuzioni degli ultimi giorni, il prezzo di benzina e diesel continua a stazionare sopra i 2 euro al litro, una cifra esorbitante e che si ripercuote anche sulle spese quotidiane di altri prodotti per ogni famiglia italiana.

CasaPound, per provare a smuovere la situazione, si è fatta sentire con una forte protesta in tutta Italia, con il blitz nei distributori di benzina di diverse città del nostro paese. “Ci sembra assurdo – è quanto si legge nella nota ufficiale, allegata a una sessantina di foto con striscioni e volantini di protesta nei distributori italiani – che non ci sia stato ancora nessun intervento governativo per calmierare il prezzo del carburante. Ci viene da pensare che il silenzio del Governo sia voluto e che non ci sia alcun interesse nel salvaguardare cittadini ed imprese. L’aumento della benzina colpisce ogni settore produttivo, senza nessuna eccezione, e contribuisce all’aumento incontrollato dell’inflazione. Già stiamo assistendo a un razionamento di beni di prima necessità nei supermercati a causa del blocco dei trasporti ed è di questi giorni la notizia dei pescherecci fermi proprio perché impossibilitati a sostenere il costo del gasolio. I colpevoli di tutto ciò sono le grandi aziende petrolifere e l’incapacità del governo, non certo i lavoratori delle pompe di benzina che rischiano anch’essi di essere delle vittime. La situazione è intollerabile: si sta arrivando al punto di dover lavorare per poter pagare la benzina per recarsi al lavoro e la contrazione dei consumi è l’effetto più immediato. Le soluzioni ci sono: abbassamento iva dal 22% al 4% e taglio delle accise. Se non vogliamo veder crollare definitivamente la nostra economia, con una crisi sociale non gestibile, si attuino subito queste due misure. In caso contrario, sarà evidente a tutti che questo Governo è complice nel voler far fallire il paese”.

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