Covid, guerra e crisi energetica. E Grappa Nonino va in sofferenza: “aumento gas e bottiglie introvabili”

StrettoWeb

“Siamo stati lungimiranti e anche un po’ fortunati, ma se la guerra dovesse durare ancora a lungo entreremmo seriamente in difficoltà anche noi”

Qualche giorno fa abbiamo raccontato delle difficoltà della Colussi, costretta a mandare in cassa integrazione 300 operai per via dell’onda lunga soprattutto di guerra e crisi energetica. Se ci aggiungiamo la pandemia, poi, il gioco è fatto. Anche il grande impero della Grappa Nonino ne sa qualcosa. Elisabetta Nonino, a tal proposito, ha riassunto la situazione dell’azienda come riporta Il Gazzettino: “Fortunatamente siamo riusciti a strappare un contratto ad un prezzo bloccato quando ancora non era arrivata la mazzata dell’ultimo periodo – spiega – Ma stiamo comunque parlando di un costo sette volte superiore (al metro cubo, ndr) rispetto a quello che pagavamo prima della vendemmia del 2021. Siamo stati lungimiranti e anche un po’ fortunati, ma se la guerra dovesse durare ancora a lungo entreremmo seriamente in difficoltà anche noi”, ammette.

Ma non solo crisi energetica e gas, però, bensì anche il Covid: “Con la pandemia – prosegue Elisabetta Nonino – i traffici navali dall’Oriente sono nettamente diminuiti. Molti spedizionieri sono falliti e i costi al container sono schizzati da 4mila a 14mila euro. Così chi si riforniva in Cina ora non lo trova più conveniente e si rivolge al mercato interno”. Il risultato è una strozzatura che penalizza clienti storici come la Nonino, costretta a prenotare bottiglie ormai quasi introvabili e ad attendere anche mesi per poterle vedere arrivare. “Noi che siamo sempre stati seri – conclude – adesso ci ritroviamo danneggiati due volte”.

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