Stefano Puzzer, licenziato il portuale no green pass: “mi hanno manomesso l’auto e inquinato le urine di cocaina, ma non mi piego” | VIDEO

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Stefano Puzzer, licenziato il portuale triestino no green pass: “sono fiero di aver detto, il 15 ottobre, non andrò a lavorare finché l’ultimo dei miei colleghi non potrà recarsi sul posto di lavoro”

“Regalo” di Pasqua per Stefano Puzzer, il portuale triestino diventato un punto di riferimento delle proteste “no green pass”, è stato licenziato dall’azienda per la quale lavorava. Lo ha comunicato in una diretta video su Facebook, affermando di aver ricevuto la lettera di licenziamento nella giornata di ieri. Puzzer non è tornato a lavoro in quanto guarito dal Covid e dunque in possesso del certificato verde: “sono fiero di essere stato coerente e di non essermi piegato al sistema. Sono fiero di aver detto, il 15 ottobre, non andrò a lavorare finché l’ultimo dei miei colleghi non potrà lavorare. Non giudico chi è rientrato”. “Noi siamo puri –sottolinea- crediamo nei nostri diritti e che non ci piegheremo mai a questo sistema marcio seppur, negli anni, mi hanno messo un Gps sotto l’auto, mi hanno manomesso la mia vettura e inquinato le urine con la cocaina. Non mi elevo a leader, ho fatto solo quello che qualsiasi altro portuale avrebbe fatto. Prima o poi tornerò a fare il portuale”, conclude. In basso il VIDEO completo.

Stefano Puzzer, licenziato il portuale triestino no green pass: “non mi piego al sistema” | VIDEO

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