Ora i politici reggini hanno paura di perdere la gestione dei rifiuti (su cui hanno già fallito)

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A Reggio Calabria ora la politica ha paura di perdere la gestione dei rifiuti. Ma del disastro igienico e sanitario che hanno provocato negli ultimi 8 anni non si sono mai preoccupati…

Non la vogliono mollare. E sono preoccupati. La gente fa di tutto per levarsi di casa le buste di immondizia e la politica locale fa di tutto per tenersele strette. A Reggio Calabria, gli amministratori locali, hanno paura di perdere la gestione dei rifiuti. Già. Ci può stare. Dopo la gestione di questi anni sarebbe un gran peccato che questa passi a qualche altro, magari più capace e competente.

Da qualche settimana si susseguono ormai quotidianamente i comunicati di Comune e Città Metropolitana contro l’Ato unica regionale e contro il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Due temi delicati, di questi tempi, ma le condizioni di degrado, vergogna e assoluta incuria della città dello Stretto dovrebbero imporre quantomeno del religioso silenzio da parte della politica locale, assoluta e unica responsabile di un disastro che dura da otto anni. E invece neanche l’imbarazzo degli errori compiuti, neanche un’uscita di scena silenziosa: la paura più grande è quella di perdere il potere su un settore così importante.

Si preoccupa il facente funzioni Brunetti, che pure dall’alto dei suoi “cassonetti intelligenti” avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema. Si preoccupa la città metropolitana, tramite il Sindaco Versace e tramite alcuni Consiglieri, ultimo il delegato Salvatore Fuda: “Non era certo questo l’intervento normativo regionale che serviva per costruire un sistema virtuoso del ciclo integrato dei rifiuti, soprattutto partecipato e condiviso anche dalle comunità locali e dalla Città metropolitana. Chiediamo ancora una volta alla Regione Calabria che il nostro Ente venga messo finalmente nelle condizioni di fare quello che prevede la legge, cioè avere le funzioni e poter svolgere una gestione autonoma del ciclo integrato dei rifiuti“, le parole di Fuda in un comunicato odierno. Loro sì. Loro possono avere il diritto di spiegare cosa è meglio fare o non fare per gestire i rifiuti, visti i grandi risultati ottenuti! Ma la verità è che sono preoccupati, preoccupati come non mai. A Reggio Calabria, in otto anni di raccolta differenziata mal gestita – oltre che di “schifo perenne” da Nord a Sud – solo in due occasioni la politica si è preoccupata: in occasione dell’ultima campagna elettorale, con l’annuncio (più che altro una bugia, visti i risultati, una sorta di “contentino” a chi ha abboccato) continuo e in pompa magna di una discarica in provincia manco stessimo parlando del Museo più importante al mondo; e adesso, ora, in queste settimane, perché la Regione ha intenzione di centralizzare la gestione dei rifiuti e a Reggio Calabria hanno paura di perdere il “potere”. Tutte queste preoccupazioni, tutte queste ansie e paure, tutta questa smania di comunicati, non c’è mai stata, in otto anni. Non c’è mai stata dopo le continue lamentele dei cittadini, dopo l’immondizia ad invadere i cancelli, le strade, dopo le proteste, le “barricate”, i roghi. Non c’è mai stata. In otto anni di nulla, il silenzio più assoluto. Quello che serviva adesso e che invece non c’è.

Il processo di infrastrutturazione del settore rifiuti, ha inoltre espresso Fuda, “si è completato e non a caso ad oggi abbiamo tre impianti, Sambatello, Siderno, Gioia Tauro e il termovalorizzatore. Impianti nati fondamentalmente per trattare l’indifferenziato, mentre solo a Siderno c’era una sola linea per il trattamento del secco e dell’umido”. E non è affatto vero, ha poi rimarcato, “che i Comuni non hanno fatto nulla o che non sappiano fare il proprio mestiere. Questa è una bugia sulla quale si fonda la proposta di legge regionale. Semmai è vero il contrario. Due anni fa, ad esempio, la Regione Calabria ha consegnato agli stessi Comuni, un sistema letteralmente sgangherato dal punto di vista impiantistico e sottoposto ad una gestione che da anni è andati avanti in proroga, senza che venissero fatte mai gare. Inoltre tale sistema era di fatto ‘dopato’ sotto il profilo finanziario poiché la Regione ha sempre anticipato le spese per i Comuni. E non a caso qualche anno fa circa 250 milioni sono stati contestati nel bilancio regionale”. Continua dunque il botta e risposta con la Regione, che pure ha le sue enormi responsabilità nel poco coraggio di scegliere e di farlo in maniera netta. Si sta discutendo del raddoppio di un termovalorizzatore a Gioia Tauro, già esistente, quando ne servirebbero almeno tre in tutta la Regione, per smaltire a dovere una quantità di rifiuti enorme e – fatti alla mano – ingestibile con una raccolta differenziata male organizzata e poco controllata.

Eppure a Reggio Calabria viviamo su Marte. Un altro mondo. Non ci sono i rifiuti per le strade, la città è “bella, pulita e profumata”. E chi dice il contrario… ha ragione. Fuda, nel suo comunicato, fa la vittima e si discolpa. “Da questo scenario (quello delle accuse alla Regione, ndr) si è passati di colpo alla totale responsabilità dei Comuni – prosegue il comunicato – e solo faticosamente la Città metropolitana si è fatta carico di questa enorme responsabilità affrontando l’organizzazione dei tre impianti, gestiti in prorogatio, senza alcuna discarica di destinazione finale e senza alcun impianto per il trattamento del differenziato a parte la piccola parte esistente a Siderno. E le uniche cose che sono state fatte sono frutto del lavoro svolto dalla Città metropolitana, ovvero i lavori per il rifacimento di Sambatello e l’ultimazione dei lavori di Melicuccà che per questioni di sicurezza è ferma perché la Regione non ha mai inteso fare, come prevede la legge, la perimetrazione della sorgente Vina nel quadro del piano di tutela delle acque”.

Il clamoroso autogol di Fuda sulla raccolta differenziata

Suona poi come un clamoroso autogol, il passaggio del delegato di Palazzo Alvaro sulla gestione della differenziata. “Perché – ha spiegato – se si spinge sulla differenziata non puoi non avere impianti pubblici dedicati. In questa direzione abbiamo presentato nell’ambito di un bando che scadeva a febbraio la progettazione di un impianto per l’umido e il secco che sulla Piana mancava, la realizzazione di alcune piattaforme per facilitare i piccoli comuni a fare raccolta differenziata e l’impianto per il trattamento dei Pap. Insomma abbiamo messo in piedi una struttura che al suo interno ha delle professionalità specifiche di settore. Ora, dopo tutto questo, è impensabile imputare a comuni e Città metropolitana delle responsabilità”. Ma come? Lo ha detto davvero? Ha detto che “se si spinge sulla differenziata non puoi non avere impianti pubblici dedicati? E finora come hanno fatto? La differenziata a Reggio e provincia esiste da anni e adesso improvvisamente per spingere “non puoi non avere impianti pubblici dedicati”? Quindi ha fallito? Si faccia bene, la differenziata, oppure si dica stop e si trovino strade alternative.

Termovalorizzatore? Non sia mai! Funziona male, per Fuda: “in questi anni non ha funzionato al cento per cento perché è una struttura obsoleta – ha detto – Oggi la gestione che di questo impianto sta facendo la Città metropolitana entra nel merito delle attività che in esso vengono svolte, a differenza di quanto accadeva in passato. L’impianto va rivisto e ammodernato nella direzione di una maggiore efficienza e sicurezza, e dentro una logica di gestione pubblica sostenendo il lavoro che i Comuni, sia pur tra mille difficoltà, stanno conducendo sul fronte della raccolta differenziata, a partire dai tre grandi centri urbani, ovvero Reggio, Gioia Tauro e Rosarno”. E allora si metta a nuovo, se obsoleto. E la politica locale, anziché affossare una città già distrutta, spinga verso nuove soluzioni moderne e sviluppate, remi insieme alla Regione per non “pestarle i piedi” e per rendere la città di Reggio vivibile, attraverso sistemi di smaltimento rifiuti efficienti.

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