Reggio Calabria: Il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato un incontro sul tema “La grotta della Monaca di Sant’Agata di Esaro” | VIDEO

StrettoWeb

Reggio Calabria: il sodalizio culturale reggino esplora il mondo sotterraneo delle cavità calabresi dove gruppi di uomini preistorici lavoravano all’estrazione di minerali

“La grotta della Monaca di Sant’Agata di Esaro” è il titolo della giornata di studi, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e tale incontro è l’inizio di una collaborazione con il Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”.Si tratta di un importante organismo associativo nato con la precisa finalità di promuovere campagne di ricerca speleologica nella regione Calabria, diffondendo in vari modi i risultati conseguiti con le proprie indagini. Dall’anno della fondazione, il 1996, il suo raggio d’azione si è tuttavia allargato ad altre regioni italiane così che attualmente esso opera anche oltre i confini calabresi compiendo esplorazioni e indagini in Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia, Marche, Umbria e Sardegna. I suoi soci e collaboratori sono perlopiù giovani studiosi, docenti e ricercatori appartenenti ad università italiane e straniere, che hanno indirizzato i propri interessi verso lo studio dei contesti sotterranei. L’approccio d’indagine principale riguarda la speleo-archeologia, in riferimento alla quale il CRS possiede un ricco e importante curriculum di attività svolte in molteplici regioni d’Italia, quasi sempre come partner di enti universitari e soprintendenze archeologiche. All’interesse per le cavità archeologiche si affianca quello per le antiche miniere. A tal riguardo esiste in seno all’associazione una struttura operativa denominata Centro di ricerca speleo-archeologica, che fa capo a due distinte sedi, una specializzata sull’archeologia delle grotte (San Lorenzo Bellizzi, Cosenza), l’altra sull’archeologia delle miniere (Sant’Agata di Esaro, Cosenza).L’associazione è dedicata al più operoso esploratore di caverne e grotte calabresi, il Dott. Enzo dei Medici, originario di Sebenico (attuale Croazia), che svolse le proprie ricerche in regione negli anni 1939-1941. Il dei Medici, prima della sua scomparsa (avvenuta nel 2005), ha donato al Centro Regionale di Speleologia che porta il suo nome una preziosa collezione di libri, carte geografiche, fotografie e rilievi topografici originali. La gran parte di tali documenti è relativa ad oltre 100 grotte ubicate nella provincia di Cosenza ma vi è anche un dossier dedicato a cavità della Dalmazia, dove l’esploratore mosse i primi passi dal punto di vista speleologico.

I lavori della giornata di studi sono iniziati con i saluti del Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, Gianni Aiello, che ha ringraziato i componenti del Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici” per la disponibilità e/o sensibilità dimostrata. La parola è poi passata alla dott.ssa Antonella Laino. Archeologa e speleologa, attualmente specializzanda in Archeologia Classica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi della Basilicata con sede a Matera. Il gradito ospite del sodalizio organizzatore, nel corso del suo intervento, supportato da suggestive immagini, ha analizzato le caratteristiche delle cavità carsiche della grotta della Monaca di Sant’Agata di Esaro. La Grotta della Monaca è una cavità carsica ubicata sulla sinistra idrografica dell’alta valle del fiume Esaro, che divide i Monti dell’Orsomarso, a Nord, dalla Catena Costiera, a Sud. Citata da varie fonti sin dalla metà dell’Ottocento, è formata da ambienti sotterranei molto vari sotto il profilo morfologico e volumetrico. L’ampio imbocco immette in una condotta invasa al suolo da possenti macigni di crollo (Pregrotta), nei cui interstizi esistono opere artificiali ascrivibili a lavori minerari per l’estrazione degli idrossidi di ferro, di cui la cavità è ricca. Un secondo vasto ambiente è la Sala dei pipistrelli, enorme vuoto ipogeo lungo 60 metri e largo 30, ospitante una nutrita colonia di chirotteri. I Cunicoli terminali, infine, si internano nelle masse rocciose con ambienti al limite della praticabilità umana, costringendo a procedere carponi e, spesso, strisciando. La grotta presenta, oltre alle anzidette mineralizzazioni ferrose, anche affioramenti di minerali cupriferi. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme dei Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 29 aprile.

Condividi