La vera e gloriosa storia di Catona nel nuovo emozionante libro di Pietro Morabito Delfino

StrettoWeb

“Catona nella storia” è il nuovo libro dello studioso Pietro Morabito Delfino, pubblicato dalla casa editrice “La rosa nel pozzo”

C’è una storia gloriosa e molto affascinante che in pochi conoscono: si tratta di quella di Catona, oggi frazione della periferia nord di Reggio Calabria ma per lunghi secoli unico snodo marittimo per i collegamenti tra la Sicilia e il resto del continente. Proprio a Catona, infatti, sin dai tempi della Magna Grecia e fino a 150 anni fa, c’era il principale porto dello Stretto per il traghettamento con la dirimpettaia Messina. A Catona, infatti, sorgeva la Columna Rhegina, erroneamente indicata da alcuni storici nella zona di Cannitello dove invece c’era la più modesta Columnella da cui forse deriva proprio l’etimologia di Cannitello. La Columna Rhegina era un grande punto di riferimento in quanto ultima stazione di sosta della via Popilia (Via ab Rhegio ad Capuam) realizzata dagli antichi romani per collegare Roma all’estremità meridionale della Penisola e colonna monumentale che con ogni probabilità doveva sostenere una statua di Poseidone, dio del mare.

La grande storia di Catona, citata persino da Dante nella Divina Commedia, e luogo d’approdo di San Francesco da Paola dopo il miracolo dell’attraversamento dello Stretto sul mantello, è oggi raccolta in un libro prezioso: “Catona nella Storia“, di Pietro Maria Morabito Delfino (260pp. 18€), stampato a settembre 2021 da “La rosa nel pozzo edizioni“. Un libro su Catona concepito e nato a Catona, che difende il borgo reggino dai suoi “nemici” storici che in buona o cattiva fede ne hanno ridimensionato l’importanza.

Come premessa fondamentale del volume, l’autore chiede al lettore e agli altri studiosi di dimenticarsi dell’attuale conformazione orografica del territorio dello Stretto immaginando come doveva essere nel corso dei millenni in base a testimonianze e documenti disponibili, in quanto era completamente diverso rispetto ad oggi, modellato da numerosi devastanti terremoti, tsunami, sprofondamenti in mare, alluvioni e altri fenomeni naturali che ne hanno più volte modificato la linea costiera.

E’ noto, a Reggio, lo sprofondamento di punta Calamizzi e qualcosa di analogo è accaduto anche a Catona: erano i due porti storici di Reggio, a Nord e a Sud del cuore della città. Ma anche la costa a nord di Catona, nell’attuale Villa San Giovanni, Cannitello e Santa Trada, e cioè nel punto più stretto dello Stretto, il litorale era completamente diverso rispetto ad oggi al punto che l’area rimase a lungo disabitata e senza alcun possibile collegamento viario (la via Popilia, infatti, giungeva a Reggio tramite gli altopiani dell’Aspromonte attraversati direttamente dalla piana di Gioia Tauro, bypassando completamente l’area costiera della Costa Viola e dello Stretto di Messina da Palmi a Catona per la complessità di un territorio privo di pianura) e soprattutto senza alcun tipo di approdo, a causa dei numerosi scogli che ne rendevano impossibile ogni tipo di attracco.

Pietro Maria Morabito Delfino nel suo ultimo lavoro storico riporta e cita i principali studiosi della storia dello Stretto e di Catona, dall’antichità classica fino ai giorni nostri, apprezzando i documenti e le testimonianze basate su verità e al contrario illustrando le contraddizioni e gli errori delle ricostruzioni più superficiali e scorrette. Appassionata la chiusura del volume, con un’esaltazione dell’identità catunota che traspare in tutto il volume e che deve essere stata una delle principali motivazioni, oltre alla ricostruzione della verità storica, di uno studioso orgoglioso delle proprie origini al punto da dedicare molto tempo a studiare i polverosi archivi di mezza Italia e non solo alla ricerca di materiale utile a completare il puzzle della complessa storia dello Stretto.

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