Referendum, Salvini: “clima di censura vergognoso. E votare con la mascherina è follia”

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Il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato a Mattino 5 a pochi giorni dai referendum sulla giustizia, puntando ancora il dito sul silenzio dei media e in riferimento anche all’obbligo di mascherina ai seggi

“C’è un clima di censura, un bavaglio e un furto di democrazia sui referendum sulla giustizia che è una vergogna internazionale. La Rai e altri giornali li stanno nascondendo”. Lo ribadisce ancora una volta Matteo Salvini, a Mattino 5, in riferimento al referendum sulla giustizia di domenica. “Silenzio mediatico e di gran parte della politica, un solo giorno per votare, data praticamente estiva e ora complicazioni burocratiche: anche per questo Roberto Calderoli (Lega) e Irene Testa (Partito radicale) stanno facendo uno sciopero della fame”.

E il leader della Lega se la prende anche con chi ha imposto l’utilizzo della mascherina ai seggi (sarà obbligatoria) e annuncia che faremo ricorso: ci sono le feste del Milan, il concerto di Vasco Rossi con 100mila persone, puoi andare dove vuoi senza mascherine e domenica, con 40 gradi, senza mascherine non ti fanno votare. E’ una follia”. E il tema della mascherina lo solleva anche per quanto concerne l’obbligo a scuola e in vista degli esami: “buon penultimo giorno di scuola ai ragazzi e agli insegnanti. Il penultimo giorno con la mascherina: solo in Italia costringiamo bimbi e insegnanti a restare 6 ore con 30 gradi senza alcun senso con la faccia coperta. Speriamo possano fare la maturità respirando”.

Dal referendum la discussione si sposta poi sul conflitto in Ucraina: “io ho zero interessi a Mosca, mai chiesto un rublo o un euro. Sono altri che in passato hanno fatto accordi con Putin, ha detto ancora Salvini aggiungendo che, dell’incontro con l’ambasciatore russo, “l’ho detto a tutti. A Draghi? Assolutamente sì, figurati”. In ogni caso, “fino a domenica mi occupo di Italia, si vota per i sindaci, da lunedì prossimo tutto è possibile”, ha poi affermato a proposito del suo viaggio a Mosca. “A sinistra c’è chi scherza, Renzi, Calenda, il sindaco di Milano. Ma la guerra non fa ridere, a me terrorizza. Cercare di rimettere al tavolo i combattenti è doveroso, per salvare posti di lavoro in Italia. Dobbiamo lavorare per la pace, ricostruire ponti, dialogo, come chiede papa Francesco. Al quarto mese di guerra, con 50mila morti, è chiaro che tutti devono fare il possibile per riavvicinare le parti in conflitto”, ha concluso.

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