Messina, Gaetano Gennaro a StrettoWeb: “De Luca fallimentare, il Ponte non è la soluzione al problema della mobilità dello Stretto”

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Messina, Gennaro a StrettoWeb: “il giudizio sull’Amministrazione De Luca è molto netto. Fallimentare sotto tutti i punti di vista. Gli ultimi quattro anni sono stati degli anni bui per la città”

Gaetano Gennaro, capogruppo del PD al Consiglio comunale di Messina, è consigliere comunale dal 2003, già al quinto mandato consecutivo. Milita nel PD dalla sua fondazione e nel corso dei precedenti mandati ha ricoperto, oltre al ruolo di capogruppo, per ben due volte il ruolo di Presidente della Commissione per la riforma dello Statuto e dei regolamenti comunali. In questa tornata elettorale si ricandida al Consiglio comunale nella lista del Partito Democratico. Ai microfoni di StrettoWeb ha illustrato la propria posizione sull’amministrazione De Luca, Ponte sullo Stretto, referendum e tanto altro.

Cosa l’ha convinta a scendere in campo in questa tornata elettorale?

“Principalmente la voglia di continuare il percorso politico che sto portando avanti fin da quando ero ragazzino. Sono sempre stato animato da una grande passione politica che, finora, è stata apprezzata e premiata dai cittadini. In questo preciso momento storico, inoltre, non avrei mai e poi mai potuto tirarmi indietro perché c’è da sostenere una sfida fondamentale per la città, il centrosinistra sta fronteggiando non uno ma ben due avversari politici che, a mio avviso, sono due facce della stessa medaglia. Da un lato il centrodestra storico, che tutti noi sappiamo cosa abbia prodotto a Messina negli ultimi vent’anni, e dall’altro la compagine deluchiana con l’aggiunta della Lega di Salvini sotto mentite spoglie. Quella che a mio avviso è l’evoluzione due punto zero del centrodestra messinese. Per questo motivo ho creduto che solo attraverso una candidatura avrei potuto dare il massimo supporto politico ed elettorale al progetto incarnato da Franco De Domenico. Sono convinto che Messina meriti un futuro molto diverso da quello che si delinea all’orizzonte, ma per riuscire ad invertire la rotta prima bisogna necessariamente battere le destre, quindi mi sembrava doveroso essere della partita”.

Come giudica l’Amministrazione De Luca?

“Il giudizio sull’Amministrazione De Luca è molto netto. Fallimentare sotto tutti i punti di vista. Gli ultimi quattro anni sono stati degli anni bui per la città, i peggiori che io ricordi nel mio percorso politico. Parliamo di anni in cui la città di Messina è stata costretta ad un profondo isolamento istituzionale e politico che l’ha molto penalizzata sotto tutti i punti di vista. De Luca ha barattato il futuro della città in cambio di una maggiore visibilità mediatica utile per il proprio percorso politico individuale. Inoltre, sotto il profilo amministrativo non è stato raggiunto nessuno degli obiettivi programmatici previsti. Il Comune non ha risanato i conti, le società partecipate sono aumentate invece che diminuire, l’organizzazione della macchina amministrativa è peggiorata, i servizi sono scesi sotto gli standard minimi delle altre città metropolitane italiane. L’elenco potrebbe essere ancora lungo, ma sarebbe inutile proseguirlo perché le condizioni della città sono visibili a tutti. Messina non è affatto migliorata, anzi è evidente che proceda all’indietro come un granchio. Del resto, la stessa amministrazione De Luca si è resa conto del fallimento prodotto ed ha pensato bene di chiudere anzitempo la propria esperienza alla guida della città. De Luca è fuggito e non ha avuto neanche il coraggio di sottoporsi al giudizio dell’elettorato”.

Quale punti programmatici ha sottoposto alla sua coalizione?

“Con gli alleati della coalizione di centrosinistra e con Franco De Domenico ho sempre dialogato moltissimo e continuo a farlo giorno dopo giorno. Ho dato anch’io, come tanti altri dirigenti di partito e rappresentanti della coalizione, un contributo al programma, rappresentando quelle che, a mio avviso, devono essere le direttrici da seguire affinché si possa giungere ad una inversione di rotta e ad un vero cambiamento in meglio delle condizioni di vita della città. A mio avviso una delle priorità assolute è quella di porre in essere una sostanziale riorganizzazione della macchina comunale. E’ evidente che così com’è stata impostata dall’Amministrazione De Luca il Comune e le sue partecipate non funzionino. Bisogna lavorare molto sui processi amministrativi e decisionali per incrementare la partecipazione civica e consentire alla cittadinanza di dare il proprio contributo per l’individuazione degli asset strategici necessari per lo sviluppo della Messina del futuro. Sotto un profilo squisitamente politico occorre che il Comune diventi il perno centrale delle istituzioni cittadine, in modo da poter tutti insieme lavorare in sinergia, cosa che negli anni appena trascorsi non si è riusciti a fare per l’atteggiamento e per il modo di intendere i rapporti istituzionali del Sindaco. Nelle altre città Metropolitane tutte le istituzioni si muovono in modo coordinato e cercano di portare avanti senza contrasti lo stesso modello di sviluppo del territorio e della società. Da questo punto di vista Messina è molto indietro ed il Comune deve uscire al più presto dall’isolamento in cui si è ritrovato. Solo attraverso il dialogo costante tra tutte le istituzioni cittadine e le forze sociali si potrà cogliere e vincere la sfida del PNRR, fondamentale per il futuro della città. Per far ciò, ovviamente, Messina dovrà essere guidata da un Sindaco diverso, coadiuvato da una squadra di donne e uomini competenti che siano al servizio della città e non del Sindaco/candidato di turno”.

Il cittadino perché dovrebbe votare per Lei?

“Quella in corso è già la mia sesta campagna elettorale per il Consiglio comunale e credo che, finora, gli elettori abbiano apprezzato principalmente tre cose. In primo luogo la coerenza politica, visto che non ho mai cambiato casacca e nei precedenti cinque mandati sono sempre stato collocato nell’ambito del centrosinistra e del PD. Dal 2007, quando è stato fondato, ho sempre militato nel Partito Democratico. Secondariamente, credo che la gente abbia giudicato positivamente il mio operato ed il quotidiano impegno sia in seno al Consiglio, sia sul territorio, tra la gente. Infine, penso che l’elettorato abbia fortemente apprezzato la mia passione per la politica. Sono convinto che, in un momento storico in cui c’è molta improvvisazione e tutti hanno la fregola di candidarsi, i cittadini abbiano bisogno di affidarsi a persone che non si trovino nell’agone politico per caso. Purtroppo, il prolificare delle candidature nelle coalizioni di centrodestra e di De Luca confonde parecchio l’elettorato. Così facendo non si fa altro che aumentare la sfiducia nei confronti della politica, che purtroppo è già tanta, e rendere un momento importantissimo come quello elettorale poco serio, direi anzi grottesco”.

Cosa pensa del Ponte sullo Stretto?

“Quello del Ponte sullo Stretto è un tema che viene tirato fuori solo nei momenti elettorali o quando qualche leader nazionale ha la necessità di sfoderare un colpo ad effetto per catturare l’attenzione dei cittadini. A mio avviso non è un argomento all’ordine del giorno a nessun livello. Purtroppo, negli anni la chimera del ponte non ha fatto altro che rinviare qualsiasi scelta strategica per il futuro della città. Ancora si attende un’opera che probabilmente non si realizzerà mai e che, comunque, qualora dovesse essere realizzata verrebbe calata dall’alto senza alcuna possibilità di scelta per gli abitanti dello Stretto. Credo che sia giusto porsi il problema di come far attraversare le merci e le persone da e per la Sicilia, ma sono profondamente convinto che non sia l’attuale progetto del ponte a darci la soluzione che serve”.

Referendum sulla giustizia, qual è la sua posizione?

“Devo essere sincero, ho seguito poco il dibattito sul referendum nazionale. La campagna elettorale per le amministrative ha assorbito tutta la mia attenzione. Registro però che a livello nazionale questo referendum è tiepido, anzi direi proprio freddo. Mi interessa molto di più il referendum locale “Montemare”, sul quale voterò no in maniera convinta. Capisco benissimo le ragioni che hanno portato una porzione del nostro territorio ad intraprendere questa strada, ma non la condivido. E’ evidente che il disagio di quei cittadini derivi dall’incapacità del Comune di offrire servizi adeguati, però a mio parere a quelle esigenze si sta dando una risposta sbagliata. Tutti i partiti politici hanno fortemente sottovalutato il grido di allarme proveniente dalle zone periferiche del nostro territorio, sia a nord che a sud e qualcuno ha anche pensato di sfruttarle per un ritorno elettorale. Quella del referendum Montemare è a mio modo di vedere una reazione disperata e scomposta che, però, non risolverà i problemi di quelle porzioni di territorio. Smembrare il Comune di Messina, in un momento storico in cui si tende invece ad accorpare, non risolverà la situazione, tutt’altro. Sono convinto che ancora ci siano margini per recuperare, ponendo in essere un vero decentramento amministrativo e di servizi, ma prima bisogna scongiurare il pericolo che un voto favorevole possa causare danni a tutta Messina, ad esempio facendole perdere lo status di città metropolitana. Se ciò accadesse sarebbe un disastro per tutti”.

 

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