Referendum Giustizia, Calderoli: “se ne parla poco e male, proseguo sciopero della fame”. E presenta l’esposto contro procuratore Trieste

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Secondo il vicepresidente del Senato, il procuratore di Trieste “ha sostenuto gravi inesattezze contro i referendum” e “non ci sono ancora risposte delle alte cariche istituzionali, a partire da Quirinale e Palazzo Chigi, che sono state invitate a esprimersi in vista del voto”

“Un silenzio generale oppure è un parlare di notte, perché le poche e brutte trasmissioni che fanno le mandano in onda dalle 3 alle 4, quando la gente dorme”. Lo ha detto il senatore della Lega e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa della Lega a Lamezia Terme, con riferimento al tema dei referendum sulla Giustizia del 12 giugno. “Quindi – ha proseguito Calderoli – c’è la necessità, e lo sto facendo da un bel po’, di girare tutta l’Italia per sensibilizzare al massimo rispetto a un tema, quello della giustizia, che non è un tema della Lega o dei Radicali. In Italia ogni anno ci sono 6 milioni di procedimenti pendenti, il 10% della popolazione italiana se si considera l’imputato, ma se si considerano anche la parte lesa siamo al 15-20% della popolazione italiana. Quindi è una cosa che riguarda tutti e quindi l’interesse di tutti è andare a votare il 12 giugno: come vogliono, sì o no, l’importante è esprimersi. Questa volta a cambiare la giustizia sarà il popolo italiano”.

E’ anche per questo motivo che Calderoli ha anche presentato un esposto al guardasigilli e al procuratore generale della Corte di Cassazione contro le parole del procuratore di Trieste che “ha sostenuto gravi inesattezze contro i referendum”, e “non ci sono ancora risposte delle alte cariche istituzionali, a partire da Quirinale e Palazzo Chigi, che sono state invitate a esprimersi in vista del voto”. È quanto conferma il vicepresidente del Senato che da giorni è in sciopero della fame per denunciare il silenzio mediatico, politico e istituzionale che boicotta i quesiti del 12 giugno. In particolare, “si rileva che è falso quanto dichiarato dal procuratore di Trieste Antonio De Nicolo a proposito degli effetti dei referendum sulla Giustizia. Il magistrato ha contestato i quesiti referendari sostenendo che – con la vittoria dei Sì – alcuni arresti per traffico di droga che ha illustrato in una conferenza stampa non sarebbero stati possibili. Falso. I venditori di morte citati dal procuratore finiranno in manette come prevede la legge, per la precisione l’articolo 74 della norma sugli stupefacenti. Di referendum si parla poco, non possiamo accettare che quel poco sia pure inesatto o addirittura falso”, dice Calderoli. “Si ricorda che in vista dei quesiti la situazione è la seguente: un solo giorno per votare, a scuole chiuse, in periodo di vacanze, con l’obbligo di indossare la mascherina, senza adeguato dibattito mediatico e politico, con le reti Rai che mandano in onda monologhi a sostegno dell’astensione come quello di Luciana Littizzetto. Ci aspettiamo parole chiare da parte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio”, sottolineano i promotori dei referendum.

“Quello a cui noi abbiamo puntato – ha aggiunto il senatore della Lega – è portare a magistrati indipendenti, ossia che vadano avanti quelli bravi indipendentemente dalla appartenenza a una corrente o a un partito, purtroppo, che gli stessi siano preparati e quindi il giudizio di professionalità espresso nei loro confronti anche attraverso il voto degli avvocati e dei professori di diritto e a fronte di una giusta valutazione ci sarà la collocazione dei magistrati migliori sul territorio. E quindi in realtà difficili come la Calabria avere un giudice indipendente e preparato è fondamentale. Puntiamo soprattutto a separare le funzioni del giudice da quelle del procuratore, del pm, perché troppo spesso pm e giudice hanno la stressa casacca. Il giusto processo – ha sostenuto Calderoli – deve avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano e un giudice terzo che finalmente da’ il giudizio”.

Il senatore ha deciso di proseguire ancora con lo sciopero della fame, iniziato nei giorni scorsi per accendere i riflettori sul tema. “Oggi – ha spiegato Calderoli – è l’ottavo giorno, la bilancia dice 5 chili di calo. Devo dire francamente che non sento neanche la fame. Ho detto: “boh forse ci ispira Marco Pannella che ci guarda dall’alto”. Perché le passate diete ho sempre sentito una fame dell’accidente, stavolta niente. E se non capita qualcosa in questi ultimi giorni devo dire che mi sento anche fisicamente in forma. Io avevo detto che sarei andato avanti fino al 12 giugno se non ci fosse stata una presa d’atto da parte del servizio radiotelevisivo pubblico in modo da rimediare alle omissioni del passato”.

Referendum, Calderoli: “mascherina nei seggi per grande afflusso?”

“Premettendo che penso che l’obbligo della mascherina all’interno di un seggio il 12 giugno sia una pensata demenziale e disincentivante per il voto, ma a questo punto se la mascherina è obbligatoria in caso di affollamenti significa che il Governo prevede una grande affluenza al voto al referendum sulla giustizia. Che sia merito del nostro sciopero della fame?”. E’ quanto afferma ancora Roberto Calderoli, vice presidente del Senato.

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