Referendum giustizia, il Pd: “peggior affluenza della storia, promotori bocciati dai loro stessi elettori”

StrettoWeb

Diverse le reazioni dal mondo Pd dopo la chiusura delle urne per i referendum sulla giustizia

Un partito essenzialmente orientato ai “no”, che aveva però visto diverse esposizioni pubbliche sul “sì”, risultando così spaccato in tema di giustizia. Ma dopo la chiusura delle urne per i referendum, che non sono passati per via del non raggiungimento del quorum (doveva essere il 50% ma dovrebbe essere rimasto intorno al 20%), alcuni esponenti del Pd sono usciti allo scoperto, al grido di “ora le riforme”. “Noi da domani siamo di nuovo al lavoro per approvare in Parlamento l’ultima riforma, quella del Csm. Noi abbiamo detto che la guerra dei trent’anni sulla giustizia era finita e oggi anche cittadini italiani oggi lo hanno riaffermato e ora avanti con le riforme in tema di giustizia”, ha detto Anna Rossomando, responsabile Giustizia del Pd. “Possiamo dire con certezza – ha aggiunto – che i cittadini hanno scelto le riforme e hanno respinto al strumentalizzazione propagandistica di chi ha promosso il referendum”.

Posizione dura è quella espressa da Marco Meloni, coordinatore della segreteria Pd: “se dovessimo seguire gli exit poll sarebbe il risultato peggiore dell’affluenza nella storia d’Italia. Una sconfitta senza appello per i promotori. Un risultato che si manifesta in questo modo nella prima occasione in cui c’è contestualità con il voto di nove milioni di italiani. I promotori sono stati bocciato dai loro stessi elettori”, ha aggiunto. “In questi mesi e in queste settimane la consultazione referendaria ha interrotto il percorso” della riforma della giustizia “in Parlamento. Auspichiamo che questo percorso riprenda e che da domani si possa voltare pagina. Chi ha commesso questo errore ci auguriamo possa riflettere. Ci auguriamo che anche il centrodestra con un sussulto di serietà cooperi alla realizzazione della riforma”.

Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, ha ribadito che “i referendum sulla giustizia” sono stati “bocciati dagli elettori. Soprattutto da quelli dei partiti che li hanno promossi. Una così bassa affluenza, nonostante l’abbinamento col voto per i comuni, prova la complessità dei quesiti e l’uso strumentale dell’istituto referendario. Ora avanti in Parlamento per completare la riforma della giustizia che i cittadini attendono e che la Lega ha bloccato irresponsabilmente”.

Per Andrea De Maria, deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera, “risulta evidente l’ errore di una iniziativa referendaria divisiva e inutile. Per quanto mi riguarda – ha confessato – ho votato 5 no questa mattina. Non contro l’ esigenza di attuare riforme ma per affermare che non era il referendum lo strumento giusto, anche per quello che sarebbe stato l’ esito di alcuni dei quesiti. Ora però il mancato raggiungimento del quorum non deve fermare l’ iniziativa legislativa in corso in Parlamento. Al contrario dobbiamo lavorare con ancora più determinazione per dare le giuste risposte su temi importanti e delicati”.

Referendum giustizia, la Lega lancia la sfida: “il cdx vincerà le elezioni e metterà mano al Sistema”

Referendum Giustizia, Calenda: “dati affluenza disastrosi, pericoloso distacco dei cittadini”

Referendum giustizia, Unione Camere Penali: “esito scontato, incivile silenzio censorio”

Condividi