Messina, spoglio nel caos: 3 giorni dopo il voto è ancora tutto fermo e c’è l’ombra dei brogli elettorali. Annunciato ricorso al TAR

StrettoWeb

Messina, l’ombra dei brogli elettorali sul voto di domenica: dopo tre giorni è ancora tutto fermo, dubbi sui “voti disallineati” in ben 73 sezioni su 253

A Messina è ancora tutto fermo: tre giorni dopo il voto delle elezioni comunali gli scrutini sono in alto mare nonostante una bassissima affluenza alle urne (è andato a votare solo il 55,6% degli elettori, mai così pochi nella storia della città) che quindi avrebbe dovuto facilitare le operazioni dello spoglio visto il minor numero di schede da leggere. Messina è l’unica città d’Italia in cui lo spoglio non si è concluso: le sezioni scrutinate per Sindaco e liste sono 181 su 253, per le preferenze addirittura 44 su 253. Non sappiamo, quindi, qual è la vera entità della vittoria di Federico Basile: ha superato il 40% evitando il ballottaggio grazie alla controversa legge elettorale regionale, ma probabilmente è sotto il 45%, un dato inferiore rispetto ai trionfali annunci pubblici di lunedì sera. E soprattutto non sappiamo se le sue liste raggiungono il 40% necessario ad avere il premio di maggioranza in consiglio comunale: un dettaglio decisivo per i prossimi 5 anni a Palazzo Zanca. Non sappiamo inoltre quali sono le reali percentuali dei consensi ottenuti dai principali partiti, dato fondamentale per analizzarne il risultato politico di queste elezioni. Lo scrutinio è fermo al 71% e il rimanente 29% di sezioni mancanti (73 su 253, appunto) potrebbe incidere in modo non marginale sul risultato finale.

Ma l’aspetto più preoccupante e clamoroso emerge dallo stringato comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio dal Comune, in cui gli uffici comunali spiegano che “per 73 sezioni su 253 il dato elettorale comunicato dai Presidenti di seggio risulta disallineato tra il numero dei votanti ed i voti espressi“. Che significa? Potrebbe trattarsi di un mero errore dei registri, ma è possibile che in ben 73 sezioni si verifichi un errore di tale rilevanza, che solitamente può anche succedere ma soltanto in una, due, al massimo tre sezioni su 253? Che il dato sia “disallineato tra il numero dei votanti ed i voti espressi” può anche significare che mancano delle schede effettivamente votate dagli elettori, o che al contrario ci siano più schede votate rispetto agli elettori. Ed in entrambi i casi ci chiediamo: chi avrebbe fatto sparire le schede votate, o al contrario chi avrebbe aggiunto schede in più?

L’ombra dei brogli elettorali incombe sul voto per le comunali di Messina, a maggior ragione dopo quanto accaduto a Reggio un anno e mezzo fa quando per le elezioni comunali si erano verificate analoghe anomalie relative ai dati forniti dai Presidenti di seggio, “disallineati tra il numero dei votanti ed i voti espressi” appunto, e poi la Procura della Repubblica ha ricostruito la macchina dei brogli orchestrata dal capogruppo del Partito Democratico Antonino Castorina, arrestato insieme ad un Presidente di seggio complice che segnava per Castorina (risultato il più votato in assoluto nel comune) e per il Pd i voti di persone decedute, allettate o straniere che ovviamente non erano mai andate alle urne.

Ipotizzare per Messina qualcosa di analogo è ancora prematuro. Ma le anomalie ci sono ed è scontato che le autorità competenti cercheranno di fare chiarezza. Anche perché pure a Messina, esattamente come accaduto a Reggio Calabria nell’autunno 2020, si sono verificate moltissime rinunce dei presidenti di seggio che sono stati poi disperatamente sostituiti da amministratori e funzionari comunali a poche ore dal voto, in qualsiasi modo possibile, utilizzando catene whatsapp e telefonate agli amici con l’intento di evitare che si verificasse quanto accaduto a Palermo e cioè che i seggi rimanessero chiusi nel giorno del voto. A Messina sono stati circa 90 i presidenti di seggio individuati in questo modo nella serata di sabato, a poche ore dal voto: è anche possibile che pur di completare tutte le sezioni, in molti casi abbiano svolto il ruolo di Presidente di seggio figure con scarsa esperienza e che quindi adesso si debba fare i conti con semplici errori in buona fede. Sarebbe lo scenario meno grave e che ovviamente auspichiamo.

Intanto, di fronte a questo scenario, il candidato a Sindaco Salvatore Totaro annuncia ricorso al TAR. L’ha annunciato stamani in una dichiarazione in cui denuncia il “ritardo ingiustificato di tante sezioni a iniziare lo spoglio elettorale, che non è di pochi minuti ma di ore e ore, e soprattutto del disallineamento dei dati di moltissime sezioni, oltre che della mancata corrispondenza tra le attese di voto e quello che al momento risulterebbe dalle operazioni di spoglio, con significative ricadute sulle liste a me d’appoggio, UCDL ed FTL. In qualità di candidato sindaco, auspico che il commissario da poco intervenuto per la legittimazione dei voti e per la dichiarazione legalizzata delle schede elettorali, ponga rimedio a questo increscioso problema che ci vede privati di centinaia e centinaia di voti. Questa realtà sfugge alla mia comprensione però posso fin d’ora dire che, essendo sacra la democrazia del voto e venendo a mancare l’espressione di tanti cittadini nelle urne, non risultante dai voti elaborati, è normale che noi, che siamo tutori della legalità e soprattutto la mia persona che si è spesa per i diritti legati alla libertà e soprattutto alla trasparenza, ci vedrà costretti a ricorrere al TAR per fare chiarezza sull’effettiva volontà dei cittadini messinesi. Ricordiamo che il voto è il fondamento della democrazia e perno su cui si fonda il nostro ordinamento democratico e per questo io mi batterò con tutto me stesso“.

Il magistrato della Sezione Centrale incaricato per la visione dei verbali e dei plichi, Corrado Bonanzinga, proprio in queste ore sta verificando a Palazzo Zanca il conteggio dei voti delle sezioni mancanti tramite i verbali. Operazioni che si prolungheranno a lungo.

Condividi