Elio Vito lascia Forza Italia: “partito senza ideali, elogia Putin e si allea con Casapound”

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Elio Vito lascia Forza Italia e si dimette da deputato: una lunga lettera spiega le sue ragioni facendo riferimento ad alcune scelte, dal DDL Zan a Putin, passando per Caspound, che lo hanno fatto allontanare dal partito

Attraverso una lettera inviata al presidente della Camera, Roberto Fico, Elio Vito informa di aver lasciato Forza Italia e di essersi dimesso dal ruolo di deputato.Signor presidente, a seguito delle mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare“, si legge nella lettera scritta da Vito che già nella giornata di ieri, 18 giugno, aveva anticipato il suo intento attraverso Twitter. “Ho comunicato al Presidente Berlusconi che se Forza Italia a Lucca conferma l’apparentamento con Casapound, lascerò il partito“, aveva scritto riferendosi al ballottaggio delle comunali della città toscana.

Oggi la decisione definitiva con tanto di lettera resa pubblica sui social. “Mi auguro che questa decisione possa contribuire ad aiutare le giovani e i giovani del nostro Paese a ritrovare il senso di fiducia nelle istituzioni, nel Parlamento, e in più in generale nella politica“, la speranza di Vito che poi rivolge un attacco diretto al suo stesso ex partito: “Forza Italia in questi ultimi mesi ha messo in atto e promesso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali o politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti e preferenze“.

FI ha perso “la sua natura di movimento politico leaderistico, liberale e democratico“, con una classe dirigente che “si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere“, mettendo al bando “le voci critiche, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione“. Vito ripercorre le tappe più dure che hanno portato alla sua scelta, a partire dal voto di Forza Italia “che determinò il non passaggio all’esame degli articoli del Ddl Zan, e da quel vergognoso applauso che lo accompagnò“. Poi la questione Ucraina, con le dichiarazioni di Berlusconi sull’aggressione russa che “se da una parte furono formalmente di condanna, dall’altra furono elogiative di Putin“. Per concludere la questione Casapound, la vicinanza a “formazioni estremistiche di destra“, alla quale si contrappone l’antifascismo come “un valore costitutivo della Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga“.

La lettera si conclude con un atto d’orgoglio: “non ho la potenza di giornali e televisioni, ma resta e resterà la libertà e l’orgoglio di aver difeso le mie idee“.

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