Ponte sullo Stretto, da Milano rilanciano: “in 4 anni a costo zero senza Recovery Fund o fondi statali”

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Da Milano rilanciano “il progetto della svolta”, il Ponte sullo Stretto in 4 anni senza Recovery Fund o fondi statali

In un modo o nell’altro, si parla sempre di Ponte sullo Stretto. In maniera insistente, più del solito, se n’è tornato a discutere negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento del Governo Draghi, con le “pressioni” di Occhiuto, Musumeci, De Luca e non solo, ma anche con la (troppa) attesa del Ministro Giovannini, impegnato a chiedere continuamente nuovi studi di fattibilità che a più di qualcuno hanno fatto storcere il naso. Webuild, nel frattempo, si era già fatta avanti in maniera importante: “in 4 anni riusciamo a realizzare il Ponte sullo Stretto”, aveva detto l’amministratore delegato di Impregilo Pietro Salini. Dichiarazioni rilanciate in questi giorni da Milano, dal quotidiano milanocittastato.it, che parla di progetto svolta. “Noi il Ponte siamo in grado di farlo e si può partire anche subito” senza la necessità di inserire il Ponte sullo Stretto di Messina tra le opere da finanziarie con il Recovery Fund.

“Nel 2021 – si legge – si sono susseguiti gli incontri tra gli assessori regionali alle Infrastrutture, Marco Falcone e Domenica Catalfamo, Salini e i manager di WeBuild per fare un quadro sulla revisione del progetto, già approvato nel 2005, e del nuovo piano finanziario. WeBuild sarebbe in grado di sostenere l’investimento di 4 miliardi previsti per la costruzione del ponte con la formula del project financing, mentre i rimanenti 2 miliardi, per le infrastrutture di terra, sarebbero dalle regioni Sicilia e Calabria con proprie risorse e tramite il mercato finanziario in caso non arrivassero fondi dall’Unione Europea e dallo Stato”, il resoconto della storia recente, che abbiamo ampiamente documentato su queste pagine.

Il progetto già esistente, com’è noto, è quello a campata unica. E, se costruito, il Ponte sullo Stretto “avrebbe la campata unica più lunga del mondo, 3.330 metri, per una lunghezza totale di 3.660 metri. L’altezza prevista per le torri è di 399 metri, la larghezza dell’impalcato di 61 metri e l’altezza libera per il transito delle navi di 65 metri. I 4 cavi che uniscono le torri alle estremità del ponte saranno estesi complessivamente 5.230 metri con quasi 42.000 fili d’acciaio per ogni cavo. Sul Ponte sullo Stretto dovrebbero transitare a regime 60.000 treni e 6 milioni di veicoli ogni anno, su due binari ferroviari e 4 corsie stradali più due di emergenza”, rilancia il quotidiano milanese, che poi evidenzia anche l’impatto economico e occupazionale. “Circa 8 miliardi di euro nuove entrate nella sola fase di costruzione, mentre nei 30 anni di gestione l’indotto erariale ammonterebbe a 107 miliardi di euro. A questo si aggiungerebbero oltre 118.000 nuovi occupati tra assunzioni dirette e indotto, con un incremento dello 0,5% del tasso di occupazione nazionale e un incremento dello 0,2% del Pil italiano”.

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