“Fiero di essere camorrista”, l’ex pm Ingroia sul candidato di Calenda: “dichiarazioni pesantissime, escludo ingenuità”

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Il candidato di Italia Sovrana e Popolare ha commentato le affermazioni di Pasquale Del Prete, candidato in Campania e vicesegretario di Carlo Calenda a Napoli

Prosegue la bufera che si è scatenata intorno al Terzo Polo: Pasquale Del Prete, candidato in Campania e vicesegretario di Carlo Calenda a Napoli, avrebbe pronunciato nel 2020 la frase “sono camorrista e sono fiero di esserlo”. A commentare la vicenda è stato questa volta l’ex pm Antonio Ingroia, candidato alle prossime elezioni con Italia Sovrana e Popolare, durante un’intervista di Klaus Davi rilasciata nel corso del talk ‘KlausCondicio’ e andato in onda su YouTube.

“Siamo competitor perché figuriamo nello stesso collegio – spiega Ingroia – . Costui ha detto apertamente quella frase, c’è la fierezza tipica dell’uomo di mafia e lo dice a un territorio in cui il camorrista fa della fierezza una sua virtù. La camorra e la ‘ndrangheta vive di questi messaggi, sono dichiarazioni pesantissime, quindi escludo l’ingenuità di fronte a dichiarazioni del genere. Credo che purtroppo siamo nel trentennale della stagione delle stragi del ’92, di Falcone e Borsellino, il Paese ha prevalentemente dimenticato quella stagione. Calenda e i suoi, con una candidatura del genere, puntano da una parte sulla smemoratezza degli italiani onesti e dall’altra sulla capacità di condizionamento del voto degli uomini di mafia e di camorra”.

Se questo candidato fosse eletto, chiede Klaus Davi, cosa accadrebbe? L’avvocato Ingroia si augura che “gli occhi e le orecchie delle Procure competenti siano attente su movimenti e passaggi che stanno avvenendo in queste settimane. Si sta giocando una partita molto importante anche per le mafie e queste non esistono senza referenti politici. Abbiamo proprio in questo caso un politico che dice di andarne fiero. Tra parentesi, il dato preoccupante è che i sondaggi che riguardano Calenda sono in crescita, rappresentante di un mondo importante dell’imprenditoria italiana che ha combattuto contro la mafia. Quindi è simbolico che nel trentennale delle stragi stiano accadendo cose del genere”.

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