Olanda-Argentina, il peggio del calcio: fra scorrettezze e umiliazioni anche Messi perde la testa

Esultanze in faccia agli avversari in lacrime, dichiarazioni al veleno pre e post gara, nervosismo e una pioggia di cartellini sventolati anche durante i calci di rigore: Olanda-Argentina ha messo in mostra il peggio del calcio

StrettoWeb

Olanda-Argentina, gara valevole per i quarti di finale del Mondiale del Qatar 2022, aveva tutte le carte in regola per essere un fantastico spot per il mondo del calcio. Grande tasso tecnico da entrambe le parti, la stella di Messi da una parte e quella del giovane talento Gakpo dall’altra, il passato che rievoca le leggende di Cruijff e Maradona. E invece non è stato così. Il calcio ha dato il peggio di sè.

L’immagine simbolo della partita di ieri è l’esultanza dei calciatori dell’Argentina, vincitori ai calci di rigore, che dopo aver assistito al rigore trasformato da Lautaro Martinez esultano in faccia agli olandesi (in lacrime) mettendosi le mani alle orecchie. Il climax di una partita nervosa per tutto l’arco dei tempi regolamentari, con annessi supplementari e calci di rigore: ben 17 cartellini gialli (uno al CT dell’Argentina Scaloni) e 1 rosso, 48 falli, la pallonata di Paredes verso la panchina olandese, le mischie in campo, le provocazioni con tanto di ammonizioni anche durante i calci di rigore. Una mattanza concessa dall’arbitro che ha lasciato correre fin troppe volte.

A dirla tutta però, dovremmo partire dalla vigilia. In conferenza stampa il CT olandese, Louis van Gaal, aveva punzecchiato Messi a distanza: “Leo? Può decidere una partita da solo, ma quando non tocca palla sembra che la sua squadra giochi con un uomo in meno. Nella semifinale del 2014 abbiamo perso ai rigori, però lui non è riuscito a fare la differenza durante i precedenti 120 minuti“. Leo se la sarà legata al dito. Prima l’esultanza con le mani alle orecchie dopo il rigore, poi la frase rivolta alla panchina ‘Oranje’: “non parli più?“. Nel post gara la frecciata a Weghorst durante l’intervista in diretta: “cosa guardi, scemo?“. E pensare che nel “GOAT debate” fra Messi e Ronaldo, quello poco sportivo è sempre stato considerato CR7.

Il trash talking fa parte dello sport, da sempre, le entrate killer, le esultanze umilianti e il mancato rispetto degli avversari no. Inclusione, fairplay, fasce arcobaleno rischiano di restare solo gesti privi di senso se poi, in campo, i calciatori non danno il buon esempio. Ci sono sport nei quali è consentito ‘darsele di santa ragione’ (Rugby, sport di contatto), ma dopo il match ci si abbraccia e si porge il dovuto rispetto a chi, sportivamente, è stato avversario e mai nemico. La famosa “garra” ha superato il limite, da ambo i lati, scadendo in un’animalesca voglia di prevaricare. Un’occasione persa per uno sport che continua a collezionare magre figure.

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