“Bloccate il Corriere dello Sport”: cosa nasconde il tentativo di censura social dei tifosi della Juventus  

Diventano virali gli hashtag relativi al boicottaggio social dei principali giornali sportivi italiani come Corriere dello Sport e Gazzetta, da parte dei tifosi della Juventus: un tentativo di censura per le notizie relative alla riapertura dell'inchiesta sulle plusvalenze

StrettoWeb

La Serie A osserverà qualche giorno di pausa fino ai primi giorni di gennaio, prima che il campionato riparta dopo la sosta Mondiale, ma per i tifosi della Juventus non c’è pace. Nella serata di ieri la Procura della FIGC ha deciso di chiedere la revocazione parziale della sentenza di assoluzione relativa al caso plusvalenze che aveva assolto la Juventus, le altre squadre coinvolte e i relativi dirigenti.

Evidentemente, la Procura, valutando i nuovi elementi emersi nelle scorse settimane, ha ritenuto che ci siano gli estremi per rivalutare le posizioni delle figure coinvolte. Saranno dunque settimane di ansia per i dirigenti (ormai ex, dopo le dimissioni) bianconeri e soprattutto per i tifosi che, comprensibilmente, non hanno accolto bene la notizia. Il malcontento però, questa volta, ha prodotto addirittura una protesta.

Sui social sono diventati virali gli hashtag “#BloccaIlCorrieredelloSport” e “#BloccaLaGazzettadelloSport“, due dei principali giornali sportivi nazionali. Il motivo? Il rilancio, con tanto di approfondimenti, delle notizie relative alla riapertura dell’inchiesta. I tifosi bianconeri (quantomeno la parte che appoggia la protesta) hanno iniziato a postare screen degli account social dei giornali in questione che, nei loro profili, risultano bloccati.

Nei loro profili, per l’appunto. Già da questo elemento si evince come la natura della protesta sia puramente ‘simbolica’, per non utilizzare altri aggettivi che andrebbero sul dispregiativo. I giornali continuano a fare il loro, imparziale, lavoro limitandosi a riportare quanto accade nel mondo dello sport, informando tutti i tifosi, compresi quelli della Juventus che non hanno aderito alla suddetta protesta. Resta una cerchia ristretta che ha preferito isolarsi dal resto, dalla realtà, per rifugiarsi nelle teorie del complotto, del ‘tutti contro la Juventus e la Juventus contro tutti‘.

La Juventus, dal canto suo, ha fatto sapere di confidare nel proprio operato e nella possibilità di poter provare la propria innocenza. Meno convinti gli stessi tifosi, quasi impauriti che questa volta, dopo le dimissioni della dirigenza e la riapertura delle indagini, si possa materializzare un nuovo scandalo che riporta alla mente ‘Calciopoli’ e i fatti del 2006. Tifosi intenti ad abbozzare una sorta di censura social, un tentativo di controllo e filtraggio della stampa, utile solo al proprio ‘regime personale’, di orwelliana memoria (sportiva) nel quale “tutte le squadre siano uguali davanti alla legge, ma alcune siano più uguali di altre“.

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