Reggio Calabria, l’Associazione Culturale “Le Muse” incontra l’Arcivescovo Morrone

All'Arcivescovo è stato consegnato il gagliardetto associativo che omaggia la bellezza nell’arte ed una scultura, un profilo di magno-greca memoria, realizzata dall’architetto nonché artista Alberto Trifoglio, volto di una  kore che esprime al meglio il concetto del kalòs kai aghatòs (bello e buono)

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L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria nei giorni scorsi è stata ricevuta da S. E. mons. Fortunato Morrone arcivescovo di Reggio Calabria-Bova presso il Palazzo della Curia. L’incontro ha visto la partecipazione attiva dei soci e del consiglio direttivo per una presentazione di quelle che sono le finalità statutarie e le attività del noto sodalizio reggino in 23 anni di attività e per uno scambio di auguri in occasione delle feste che stiamo vivendo.

Un momento molto inteso – ha dichiarato il presidente Muse prof. Giuseppe Livoti – poiché l’associazione ha all’interno soci che provengono da tutta la città metropolitana e non solo e che appartengono a diverse parrocchie reggine, dunque non potevamo non farci ricevere da S. E. proprio per rimarcare come anche la spiritualità è parte integrante del nostro sodalizio che cresce non solo con momenti culturali che animano le domeniche durante l’intero anno sociale. Infatti nella programmazione Muse, solitamente sono presenti, di tanto in tanto, anche figure importanti che appartengono alla Chiesa reggina come lo si è visto nelle scorse settimane con mons. Antonino Denisi o ancora con la presenza di mons. Pasqualino Catanese per un intervento sulla Sacra Famiglia.

Livoti ha fatto memoria su come l’associazione nel tempo è stata parte attiva in più parrocchie reggine con momenti sia di animazione che di partecipazione a messe solenni in particolare per tradizione dello statuto, la domenica prima di Natale e la domenica delle Palme, cerimonie in cui i soci da sempre hanno animato con il Coro Muse diretto dai Maestri Enza e Marina Cuzzola oppure creando particolari offertori ideati da artisti reggini. E poi anche tutta una serie di simbologie rinnovate nella tradizione calabrese come lo scorso anno, l’avere ricordato le famose Palme di Bova durante una celebrazione, coinvolgendo l’amministrazione e la presenza del vice sindaco Gianfranco Marino.

L’arcivescovo di Reggio- Bova mons. Fortunato Morrone ha salutato i numerosi presenti definendo l’occasione “un incontro fruttuoso ed uno scambio vivace di esperienze di vita e soprattutto di uno spaccato su una realtà che dà lustro e pregio alla città. Importante per tutti i cittadini ed in particolare per voi soci – ha dichiarato con vigore Morrone-,  la missione culturale che i sodalizi devono avere, e  propongo a voi de “Le Muse” un taglio generativo da far seguire ai giovani nella loro missione. Importante ha continuato il presule, la conoscenza del patrimonio storico che la città e la provincia conserva poiché occorre sempre avere radici salde. Anche le associazioni devono guardare alla città, soci si, ma anche e soprattutto cittadini che hanno un compito: quello di animare il dibattito sulla città, su ciò che è utile, necessario per una crescita comune e dunque collettiva. Ringraziando tutta l’associazione, Morrone ha definito lo scambio un “confronto utile e necessario per camminare insieme”.

A fine assise, il presidente Livoti a nome del Consiglio Direttivo e dei Soci ha consegnato il gagliardetto associativo che omaggia la bellezza nell’arte ed una scultura, un profilo di magno-greca memoria, realizzata dall’architetto nonché artista Alberto Trifoglio, volto di una  kore che esprime al meglio il concetto del kalòs kai aghatòs (bello e buono). Scultura in terracotta di una giovinetta nel fiore della sua femminilità ma che possiede anche la matura consapevolezza della donna e della madre. La vice presidente Orsola Latella nei saluti ha espresso il pensiero su come anche chi opera in “contesti altri” come quello della cultura, necessita di un confronto autentico con la fede e l’essere stati ricevuti da S. E. è segno di una Chiesa reggina in evoluzione.

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