Il progetto “Giustizia e umanità – Liberi di Scegliere”, promosso dall’associazione nazionale Biesse presieduta da Bruna Siviglia, sostiene e promuove da circa cinque anni “Liberi di scegliere” , un percorso ideato dal giudice minorile Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei Minori di Catania, per offrire una nuova vita ai minori appartenenti alle famiglie mafiose finite a giudizio.
Un protocollo governativo e finanziamenti della CEI attraverso l’Otto per mille hanno permesso a tanti ragazzi, a cui spesso si aggregano le loro madri, di andare via da un contesto malavitoso affinché conoscessero altre realtà e modi diversi di vivere, per essere davvero liberi di scegliere della loro vita e non essere costretti a seguire quella già tracciata da altri.
L’associazione BiEsse, attraverso un percorso educativo condiviso, sta coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado italiane con la finalità di contribuire alla formazione di una cultura della legalità e dell’etica pubblica, attraverso la divulgazione del libro “Liberi di Scegliere”, e il film omonimo interpretato da Alessandro Preziosi e Carmine Buschini, che sono anche testimonial del progetto. Una serie di borse di studio, intitolate a vittime delle mafie, sono assegnate infatti ai migliori studenti o istituti scolastici che si cimentano nell’elaborazione di un testo o nella realizzazione di un cortometraggio inerente il percorso “Liberi di Scegliere”.
“L’unica arma che abbiamo per salvare questi ragazzi è la prevenzione“, le parole del Giudice Di Bella e di Bruna Siviglia, che saranno presenti giovedì 16 febbraio al Carcere per i Minorenni di Nisida, accolti dai giovani detenuti e dal direttore dell’Istituto Penale Gianluca Guida, insieme a Esther Basile, filosofa dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici di Napoli, Fernanda Pucillo, referente Biesse per la Campania e Maria Rosaria Rubulotta, documentarista dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici.
“Un passo molto importante“, dichiara il presidente di Biesse. “Il carcere di Nisida accoglie ragazzi e ragazze che in molti casi non conosco altre realtà se non quelle che li portano a delinquere. Ma è ancora possibile e non bisogna mai perdere la fiducia nel mostrare ai giovani che un’altra strada è possibile“.