Migranti: croce con i legni del barcone naufragato per la Via Crucis organizzata a Cutro | FOTO

Cutro, oggi si è svolta una Via Crucis organizzata dalla Vicaria di Belcastro e di Isola Capo Rizzuto in memoria delle persone morte nel naufragio di domenica scorsa

  • Cutro via crucis migranti
    Foto di Giuseppe Pipita / Ansa
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StrettoWeb

Una settimana fa la strage dei migranti a Cutro, oggi si è svolta una Via Crucis organizzata dalla Vicaria di Belcastro e di Isola Capo Rizzuto in memoria delle persone morte nel naufragio di domenica scorsa. In testa al corteo c’è la croce realizzata, su incarico di don Francesco Loprete, parroco di Isola Capo Rizzuto, dall’artista Maurizio Giglio con i resti del barcone affondato. “Abbiamo voluto realizzare questa croce – ha detto don Francesco – per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in Croce“. “Cdm qui? Certo, è un segno di attenzione, un segno atteso. Come pastore di questa comunità chiederò a loro di fare in modo che la nostra terra possa essere una comunità di accoglienza, che continua a esercitare il suo genoma: una terra ospitale”. E’ quanto ha detto il vescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta.

Nel corso dell’iniziativa sono state lette preghiere incentrate sulle vittime e sulla necessità di evitare che in futuro possano ripetersi tragedie simili. “Signore Gesù – è stato detto in una delle preghiere – è facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case. Ma non è altrettanto facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a fare viaggi inauditi e a vivere nella precarietà ai margini della nostra società, dopo avere affrontato sofferenze inenarrabili. Purtroppo, questi viaggi senza sicurezza infrangono i sogni e le speranze di migliaia di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati, perseguitati e abbandonati da tutti. Bisogna impegnarsi tutti perché tragedie simili non accadano mai più”. Nelle preghiere si sono ricordati “i naufraghi morti, i dispersi ma anche i sopravvissuti del naufragio. Tutti vittime – è stato detto – delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della cecita` e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito dall’indifferenza. Una malattia di cui anche noi cristiani soffriamo”. Oltre al vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta, i presuli che hanno partecipato al rito sono stati quelli di Cosenza e di Lamezia Terme, Giovanni Cecchinato e Serafino Parisi.

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