Ponte sullo Stretto, Rixi: “più semplice dell’alta velocità Salerno-Reggio, ed è strategico per l’Europa”

Ponte sullo Stretto, il vice ministro Rixi scuote le coscienze: "Questo è uno dei Paesi più folli del mondo, follia fermare quest'opera nel 2012"

StrettoWeb

Noi italiani abbiamo realizzato i viadotti, i ponti, le dighe più importanti a livello mondiale. Il problema vero è che ci deve credere tutto il Paese, non basta che ci creda solo un ministro”. Così Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervistato da GEA, parlando del Ponte sullo Stretto di Messina. “Ci deve credere il governo – ha aggiunto – ci devono credere le imprese, ci deve credere il tessuto industriale. Noi usciremo con un decreto nelle prossime settimane che individuerà il percorso per la realizzazione del ponte”.

I tempi per la costruzione del Ponte sullo Stretto saranno relativamente brevi, soprattutto se faremo rivivere quell’opera che si era fermata nel 2012 a cantieri aperti”, ha aggiunto Rixi. “Questo è uno dei Paesi più folli del mondo – aggiunge – dove si ferma un’opera di quel tipo, che è un’opera simbolica di rilancio di un sistema industriale e produttivo a livello italiano, ma direi a livello europeo”. Il ponte è decisivo perché “porta di nuovo la centralità del Mediterraneo, che all’Italia serve moltissimo, ma serve anche all’Europa”, spiega. “L’Europa che guarda sempre a Nord e che ha la testa a Nord rischia di marginalizzare i Paesi mediterranei, abbandonati a se stessi. Il ponte vuol dire ridare centralità al Mediterraneo in Europa”.

Il Ponte sullo Stretto è un’opera particolarmente semplice, nel senso che ha solo due cantieri a terra e alcuni spostamenti anche importanti, sono stati fatti, ad esempio, sulle linee ferroviarie già nel 2012, quando furono bloccati i cantieri”, illustra ancora Rixi. “E’ evidente che è molto più facile costruire il Ponte sullo Stretto che l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, dove abbiamo da affrontare tratti montagnosi e da fare opere in galleria assolutamente importanti”. Sulle proteste degli ambientalisti, il vice ministro taglia corto: “Definirli ambientalisti secondo me significa dar loro troppa importanza. Ci sono delle persone che vivono per il non fare, come c’è chi vive per non lavorare. C’è chi vive dicendo che difende l’ambiente, invece l’ambiente lo distrugge. Perché il Ponte sullo Stretto sarebbe una delle opere ambientalmente più rispettose, perché farebbe ridurre le emissioni collegando il sistema ferroviario siciliano al resto del continente ed eliminerebbe tutta una serie di disfunzioni e di costi aggiuntivi non solo per i cittadini, ma anche per quanto riguarda la CO2 a livello di Paese, a livello europeo. E’ evidente che c’è il fronte del no, cioè il fronte di chi magari, anche a volte a ragione, teme cantieri infiniti“.

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