Giornata nera a Piazza Affari: crollo delle borse dopo il crack negli USA

Le borse europee registrano un netto calo dei titoli. A rischio i colossi italiani bancari e le aziende energetiche. Intanto negli USA è corsa agli sportelli bancari

StrettoWeb

Giornata nera per le borsa di Milano: un crollo netto dei titoli sta interessando Piazza Affari a seguito del crack del colosso americano SVB (Silicon Valley Bank) degli scorsi giorni. La mattinata ha registrato termini minimi che si avvicinano allo spaventoso fallimento del 2008, una discesa disastrosa che sta spaventando i mercati mondiali ed europei. A tremare sono soprattutto i titoli bancari milanesi, alcuni dei quali sono finiti all’asta di volatilità per ribasso in eccesso: dagli ultimi dati si evince che tra i più colpiti risultano Unicredit con il -6,27%, Intesa -5,94%, Bper -8,51%, Banco Bpm -7,77%. Colpiti anche Pirelli -4,21% e Ferrari -2,13% e i fornitori di energia Enel a -1,58 ed Eni -2,61%.

Cosa sta accadendo negli USA

Ad aggravare la situazione, già molto compromessa, è la notizia della chiusura di un’altra banca americana, la Signature Bank, operativa nell’ambito immobiliare: una chiusura necessaria, come l’ha definita il governo statunitense, per tamponare l’emergenza bancaria ed evitare che il disastro si estenda a macchia d’olio. La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) è già corsa ai ripari cercando di tranquillizzare i correntisti americani. La Federazione infatti, ha sedato gli animi dichiarandosi garante anche dei conto correnti superiori ai 250mila dollari, attingendo proprio dalle sue casse per arrestare la perdita. Ha inoltre dichiarato che i depositanti delle due banche hanno accesso diretto ai loro fondi già da stamattina e che sono all’opera per la creazione di una nuova linea di credito come sostegno delle finanze bancarie.

La situazione della borsa europea

A colare a picco non sono solo i titoli italiani: la borsa svizzera, la Credit Suisse, ha infatti rasentato il minimo storico toccando il -10,6%, dove il titolo del gruppo elvetico è arrivato addirittura allo scambio esiguo di 2,115 franchi. Il CS si dice particolarmente provato perché impaurito da ulteriori ripercussioni finanziarie che potrebbero causare il disastro finale: la borsa svizzera infatti, ha già registrato una perdita importante del 70% negli ultimi 12 mesi. Un nuovo crollo di questa fattura potrebbe risultare in questo caso fatale. Preoccupanti sono anche i titoli in borsa di altri Paesi europei: Francoforte perde il 3%, Parigi registra -2,8%, Londra – 2,3% e Madrid – 4,4%. la quale, insieme a Piazza Affari, indossa la maglia nera d’Europa in data odierna.

Lo shock finanziario sarebbe ormai dietro l’angolo: i rischi di una recessione diventano sempre più concreti e il mercato europeo ha deciso di agire fin da subito. Si inizia rifacendo i conti in tasca alle banche centrali, per tagliare le previsioni sui rialzi dei tassi e scongiurare il pericolo di un nuova “grande recessione”.

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