Messina Denaro e la relazione con due donne: una arrestata oggi

Due donne sposate, di cui una gelosissima dell'altra: la figlia di un boss e un'altra, di famiglia non abbiente, che ha protetto Messina Denaro insieme al marito

StrettoWeb

La rete di protezione attorno a Matteo Messina Denaro, due mesi dopo la cattura, sta cedendo un pezzo alla volta. Dopo i due arresti di questa mattina, salgono a sei le persone accusate in qualità di favoreggiatori della latitanza del boss. Gli ultimi, una coppia, sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri del Ros.

Dalla cattura del padrino, il 16 gennaio scorso, sono già finiti in cella Giovanni Luppino, l’autista che accompagnava alla clinica La Maddalena il boss per la chemioterapia, proprio come fece nel giorno del blitz; Andrea Bonafede, il geometra che gli ha prestato l’identità; un altro Andrea Bonafede, cugino omonimo del primo, che avrebbe fatto avere a Messina Denaro le prescrizioni mediche necessarie per le sue cure; Emanuele Bonafede, arrestato oggi con la moglie Lorena Lanceri; Alfonso Tumbarello, il medico che ha prescritto farmaci e analisi al padrino trapanese.

Le accuse

I sei sono accusati a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Dalle indagini emerge come Messina Denaro sia stato costantemente supportato da più persone durante la latitanza. Persone “che, secondo i pm, gli hanno consentito di spostarsi in relativa sicurezza sul territorio, anche avvalendosi di più autovetture, di accedere sotto mentite spoglie alle indispensabili cure del Servizio sanitario nazionale, anche grazie a diagnosi e ricette effettuate a nome di Andrea Bonafede, e di acquistare sotto falso nome (ancora una volta quello di Andrea Bonafede) una casa da adibire a covo e una macchina“.

Il legame tra Messina Denaro e “Diletta”

Sarebbe stata molto legata a Matteo Messina Denaro Lorena Lanceri, arrestata oggi col marito Emanuele Bonafede per favoreggiamento del capomafia trapanese. Emerge dall’inchiesta dei carabinieri del Ros che ha portato in cella la coppia. I militari hanno trovato numerosi riscontri del rapporto tra il boss e la Lanceri. Messina Denaro, per nasconderne la vera identità, la chiamava Diletta.

Ci è voluto tempo prima che i carabinieri capissero che Diletta era Lorena Lanceri. Tutto ha preso il dalla testimonianza di una delle pazienti con cui Messina Denaro, ammalato di tumore, faceva la chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo e che era diventata amica del boss. Sentita il 18 gennaio dai carabinieri, la testimone racconta che Messina Denaro, a lei noto come Andrea Bonafede, le aveva detto di avere una storia con una ragazza di nome Diletta.

La telefonata analizzata dai carabinieri

Il finto Bonafede aveva anche messo in contatto le due donne tramite chat audio. La paziente le ha conservate e le ha consegnate ai militari del Ros. “Ah c’è Diletta che ha il covid gliel’ho passato io si sta curando stiamo qua a casa assieme e Diletta ti saluta anzi ora te la passo per messaggio“, si sente in una delle chat vocali che Messina Denaro manda all’amica e che i carabinieri ascoltano. Segue l’audio di Diletta inviato sempre alla paziente: “Io qua con la creatura (fa riferimento al boss) quello che mi sta facendo passare non solo mi ha trasmesso il covid però alla fine per lo meno mi fa ridere perché è simpatico“.

Durante la registrazione dei vocali (inviati tutti dal telefono di Messina Denaro), il cellulare di Diletta riceve una chiamata. Nella registrazione delle conversazioni, poi ascoltata dagli investigatori, si sente lo squillo e la donna che risponde.

L’analisi delle celle telefoniche svela ai militari l’identità di Diletta. Proprio nel momento in cui le chat vocali vengono registrate e il cellulare della donna riceve la chiamata i telefonini di Messina Denaro e della Lanceri agganciano le stesse celle. I due sono dunque insieme. Ne consegue, per i carabinieri, che Diletta è la Lanceri.

A riprova di questa deduzione vi sono alcuni messaggi che il padrino manda alla sorella Rosalia, dai quali si comprende chiaramente quanto Diletta conti per lui. Raccontando le ore successive all’intervento chirurgico subito a maggio del 2021 il boss scrive: “ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole“. “Nessun dubbio può quindi residuare sulla centralità del ruolo della donna – scrive il gip – per assicurare al latitante il più ampio conforto emotivo e relazionale – oltre a quello logistico e assistenziale“.

Diletta a Messina Denaro: “tu sei il regalo della mia vita”

Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu“. Queste le parole scritte nel 2019 in un biglietto diretto a Matteo Messina Denaro dall’allora misteriosa Diletta. Il biglietto, trovato a casa della sorella del boss Rosalia, si concludeva con “Sei un grande anche se non fossi MMD. Tua Diletta“. La mittente sarebbe dunque Lorena Lanceri.

La donna nelle sue comunicazioni col boss avrebbe usato il nome in codice per celare la sua vera identità. “Penso che qualsiasi donna nell’ averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini – proseguiva –. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione …. ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti“.

La Lanceri e il marito incastrati da un foto di Messina Denaro 

Una foto di Matteo Messina Denaro che fuma un sigaro e tiene in mano un bicchiere da Cognac scattata a casa di Emanuele Bonafede e della moglie Lorena Lanceri, è tra gli elementi che incastrano i due coniugi accusati di favoreggiamento. La foto risale a qualche anno fa e mostra solo il corpo dell’allora latitante al quale è stato appositamente tagliato il volto ed è stata sicuramente scattata nel salotto della abitazione della coppia.

Ma non solo. Dopo la cattura del boss, Emanuele Bonafede e la moglie sono andati dai carabinieri e hanno raccontato di aver visto in tv Messina Denaro e di aver riconosciuto in lui l’uomo che pochi mesi prima un familiare gli aveva presentato col nome di Francesco Salsi, medico in pensione. Ma la versione dei coniugi non convinceva ed è stata smentita dai video registrati da una telecamera di sorveglianza installata vicino a un esercizio commerciale a pochi passi dalla loro abitazione a Campobello di Mazara.

Lanceri e Bonafede ospitavano spesso Messina Denaro

I video erano stati registrati a partire dalle 20.51 del 7 gennaio alle 21.12 del 23 gennaio 2023 e dunque anche i giorni immediatamente antecedenti alla cattura del boss. Dalle immagini emerge che Messina Denaro è andato ogni giorno nell’abitazione dei Bonafede a ora di pranzo e cena e si è trattenuto per numerose ore. Le videoriprese inoltre hanno spesso mostrato la presenza della macchina del latitante, una Giulietta Alfa Romeo, vicino alla casa dei due indagati.

Si è trattato, del resto, di una ospitalità che ha senza dubbio avuto dei costi non irrilevanti per una famiglia non particolarmente benestante – si legge nella misura cautelare emessa dal gip – famiglia che quindi è del tutto irragionevole pensare che possa essersi assunta il pieno sostentamento di uno sconosciuto medico in pensione“. Nelle immagini, infine, marito e moglie sono ripresi mentre escono di casa con fare circospetto per controllare la presenza di eventuali poliziotti o carabinieri e dare poi il via libera all’ospite che solo allora, sinceratosi che non ci fosse pericolo, lasciava l’abitazione.

Messina Denaro regalò un Rolex al figlio degli arrestati

Secondo le indagini dei carabinieri si sarebbero conosciuti molti anni fa Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri. Dalle indagini e dal materiale sequestrato a casa della coppia è emerso che i due conoscevano Messina Denaro almeno dal 2017, anno in cui il capomafia fece da padrino di cresima al figlio dei Bonafede. Sempre dalle indagini è emerso che Messina Denaro in quell’occasione diede alla coppia 6300 euro perché comprassero al ragazzo, per suo conto, un Rolex.

La spesa è stata puntualmente appuntata in un pizzino in cui, in merito alle uscite del 2017, il boss scriveva: “6300 OROL“. Il Rolex è stato recuperato a casa dei Bonafede e sequestrato. Le indagini hanno accertato che era stato comprato l’11 gennaio 2017 alla gioielleria Matranga di Palermo. ‘Piccola’ nota singolare, il fatto che secondo gli inquirenti, contrariamente alle regole della gioielleria, in quell’occasione non era stata compilata la scheda cliente e quindi non era possibile risalire all’acquirente.

Laura Bonafede e la foto di Messina Denaro alla Coop prima dell’arresto

Messina Denaro aveva un intenso rapporto epistolare anche con un’altra donna. Si tratta di Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello Leonardo Bonafede e moglie dell’ergastolano Salvatore Gentile. Emerge dall’indagine che oggi ha portato all’arresto di Emanuele Bonafede, nipote del capomafia, e della moglie Lorena Lanceri. La scoperta nasce dal ritrovamento al padrino di Castelvetrano di una lettera-diario scritta da una persona che si firmava con lo pseudonimo di “cugino” per proteggere la sua vera identità e diretta a Messina Denaro.

Inizialmente i carabinieri non sanno chi sia “cugino“, ma poi scoprono un pizzino scritto il 14 gennaio, due giorni prima dell’arresto, dal boss stesso. Nel pizzino Messina Denaro risponde a un precedente messaggio di “cugino“. “Ci siamo visti da vicino ed anche parlati – scriveva il capomafia all’interlocutore – mi avrai trovato invecchiato e stanco (…) a me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, certo c’è da vedere cosa ha pensato l’affetta-formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla, certo ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono”.

Il termine “affetta formaggi” insospettisce i militari che si ricordano che nel covo di Campobello di Messina Denaro c’era uno scontrino della Coop del 14 gennaio. A quel punto acquisiscono le immagini interne del negozio e vedono Messina Denaro davanti al banco dei salumi parlare con Laura Bonafede. E’ la svolta nell’identificazione di “cugino” che fa rivalutare tutta la corrispondenza scoperta.

La gelosia per l’altra donna

Laura Bonafede, figlia dello storico boss di Campobello di Mazara Leonardo e Matteo Messina Denaro erano molto legati. E si tenevano in contatto durante la latitanza del capomafia di Castelvetrano scambiandosi messaggi o incontrandosi al supermercato. I carabinieri del Ros hanno scoperto una sorta di missiva-diario diretta al boss in cui la donna tra il 29 novembre e il 13 gennaio 2023 ha appuntato i suoi pensieri. Nelle parole della Bonafede emerge la sua gelosia per Lorena Lanceri.

Lanceri, che Messina Denaro e Bonafede chiamavano “Tramite“, teneva i due in contatto. “Ho visto Margot (il nomignolo dato ai due all’Alfa di Messina Denaro ndr) alle 18.56 dal Tramite – raccontava la figlia del capomafia – , stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo, se … se … se … potrei dire mille se”.

“Dopo quello che ho detto quando vidi Margot di mattina, ho pensato che non l’avrei vista più in quella zona per evitare di farmi avere delle reazioni, perché non l’avevo più vista, e questa cosa mi faceva incavolare ancora di più. Ma oggi ho pensato: almeno non si nasconde da Blu. Contorto come pensiero? No, solo che preferisco sapere e non essere preso in giro“.

E ancora, scriveva la Bonafede dopo aver visto la Giulietta davanti casa della Lanceri: “Carissimo amico mio mi accingo a chiudere questa mia, è una lunga lettera con arrabbiature, tristezza e tanta nostalgia. Non vedo l’ora di leggerti. Oggi sono passato ed ho visto Margot ed ho provato quella sana invidia del perché tutti si ed io no, vuol dire che era scritto così“.

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