Reggio Calabria, il “secondo tempo” del Pd al giro di boa con un’Amministrazione dimezzata: quale futuro per la città?

Reggio Calabria, la consiliatura del "secondo tempo" di Falcomatà e del suo Partito Democratico è allo sfascio: quali prospettive a poco più di due anni dalle nuove elezioni comunali?

StrettoWeb

La consiliatura comunale di Reggio Calabria ha superato il giro di boa: sono passati 2 anni e 7 mesi dalle ultime elezioni comunali (settembre 2020) e adesso mancano meno di due anni e mezzo alle prossime. La situazione politica della città è estremamente precaria e complessa: sia il Comune che la Città Metropolitana sono guidate dai “facente funzioni” del Sindaco, rispettivamente Brunetti e Versace, per la sospensione rimediata da Falcomatà per effetto della legge Severino dopo le condanne in primo grado e in appello nel processo Miramare.

L’Amministrazione cittadina, di fatto, è dimezzata. Nei tempi, perché abbiamo ormai superato la metà del “secondo tempo”, e anche negli uomini, perché oltre a Falcomatà tanti altri big e fedelissimi del primo cittadino sono stati sospesi per lo stesso caso del Miramare o per altri scandali e inchieste che hanno travolto la maggioranza di Centrodinistra. E così la città si trova senza timone, allo sbando sotto ogni profilo, sulla pelle dei cittadini provati dal crescente degrado dovuto all’assenza di una guida politica che possa quantomeno – nell’acclarata assenza di un progetto strategico di visione a medio/lungo termine – operare per garantire i servizi essenziali quali la raccolta dei rifiuti, la sicurezza delle strade, l’erogazione dell’acqua.

Quale futuro per questa città? 

A livello politico, la prossima tappa è quella delle elezioni europee in programma per la primavera 2024. In città iniziano a rincorrersi voci su voci, ma è molto difficile immaginare che nell’attuale scenario politico cittadino ci siano personalità in grado di competere in un contesto elettorale così impegnativo come quello per l’Eurocamera, dov’è fondamentale una grande popolarità a livello nazionale e un forte radicamento nei territori per raccogliere svariate decine di migliaia di preferenze in un collegio vasto dall’Abruzzo alla Calabria. Tanto per intenderci sulla caratura dei candidati, il Pd schiererà il governatore pugliese Emiliano come capolista. E’ molto inverosimile, quindi, che le elezioni europee abbiano un senso particolare per Reggio Calabria. Più opportuno sarebbe che già da oggi i vari partiti e movimenti iniziassero a costruire quantomeno le basi per il progetto politico che vorranno presentare alla città nel 2025, soprattutto se c’è la volontà di coinvolgere la società civile in un percorso che necessariamente richiede del tempo. Nulla è stato fatto al momento da ambo i lati: anche nelle file delle opposizioni la situazione non è rosea, tanto che la destra non è riuscita ad approfittare di tutti gli scivoloni – anche clamorosi – collezionati in questi anni dalla maggioranza. Ma se non aver ribaltato il risultato dopo quel drammatico primo tempo è stato un grave errore, tenere questa classe politica ancora in partita a metà di un secondo tempo ancor più disastroso significa perseverare con disonore.

La domanda che poniamo è sempre la stessa: quale futuro per questa città? Chi ha voglia di rispondere e, quantomeno, fornire la propria visione?

Condividi