Vittime delle mafie, il corteo a Milano e i nomi dei naufraghi di Cutro

In occasione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, letti anche i nomi delle vittime del naufragio di Cutro

StrettoWeb

Il corteo della XXVIII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è partito questa mattina a Milano. L’evento ricorre in occasione dei trent’anni della strage mafiosa di via Palestro. Questa mattina alle 7, prima del corteo, i parenti delle vittime e le autorità hanno commemorato i morti di quella strage. In testa al corteo, partito da corso Venezia e diretto in piazza Duomo, lo striscione con la scritta ‘È possibile‘. In prima linea ci sono il segretario della Cgil Maurizio Landini e il presidente e fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

Il primo cittadino del capoluogo lombardo, prima di sfilare, ha salutato uno ad uno i parenti in prima fila delle vittime della mafia. Proprio loro indossano le foto dei familiari morti per mano della criminalità organizzata. Tra di loro, Paolo Setti Carraro, fratello di Emanuela, morta nell’attentato insieme al marito, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. C’è poi Vincenzo Agostino padre di Antonio, agente di polizia ucciso nel 1989 da Cosa nostra. Sono 500 i parenti delle vittime arrivati a Milano per l’occasione, anche dall’estero ad esempio dal Messico.

Sala: “abbiamo gli anticorpi ma la battaglia non è finita”

Quella contro la mafia non è una battaglia finita. Milano è ancora al centro di tanti interessi economici, e ciò è un bene ma questo attirerà anche tanti male intenzionati“, ha dichiarato Sala. “Gli anticorpi che ci siamo fatti in questi anni, attraverso errori ed incertezze del nostro percorso, adesso ci aiuteranno – ha aggiunto -. In più quest’anno è anche il trentesimo anniversario della strage di via Palestro e il decimo anniversario delle esequie di Lea Garofalo, per noi importantissime. Quindi abbiamo tante ragioni per essere in tanti in piazza adesso: don Ciotti, Libera ma soprattutto queste persone hanno fatto un lavoro fondamentale perché cadere nell’indifferenza è un attimo. Sono anche le parole che ricorda sempre Liliana Segre”. “Loro negli anni hanno tenuto viva non solo la memoria ma anche la lotta contro la mafia – ha concluso – Tornare a Milano dopo 13 anni è assolutamente importante. I giovani ci sono sempre, questo è importante“.

Don Ciotti: “l’80% dei familiari vittime non conosce la verità”

È fondamentale ricordare tutte le vittime innocenti della violenza criminale mafiosa. È una giornata che noi abbiamo fortemente voluto, ma non dobbiamo neanche dimenticarci che l’80% di questi familiari non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Eppure le verità passeggiano per le vie della nostra città, c’è chi ha visto, c’è chi sa“. Così don Luigi Ciotti al corteo per la giornata della in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. “Allora è necessario che prendiamo coscienza, in questo nostro Paese, che la presenza criminale mafiosa che ha ucciso tante persone è un problema che non può essere dimenticato. Ma c’è bisogno di una memoria viva – ha proseguito – Non è un evento, non è una cerimonia, non è solo un corteo. Noi facciamo in modo che ogni anno ci sia una giornata che ci ricorda questo, però ogni giorno ci deve essere un impegno da parte di tutti“.

Naufragio di Cutro, don Ciotti: “il problema è chi fa gli affari”

Il problema non sono solo gli scafisti che hanno delle gravi responsabilità, il vero problema sono i mandanti, sono quelli che fanno gli affari, che gestiscono questo potere. Queste persone sono dei criminali, sono delle persone che commettono dei crimini“. Così il presidente e fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, parlando del naufragio di Cutro, i cui defunti verranno ricordati oggi con la lettura dei nomi. “Tutti questi morti sono vittime di questa violenza criminale che ha facce e volti diversi. È giusto che noi ricordiamo tutte queste vittime, anche di Cutro, ma con loro tante altre vittime di questa forma di violenza. Fuggono dalle guerre, dai conflitti, dalla siccità, dalla povertà e noi li respingiamo. Sono deportazioni indotte – ha sottolineato don Ciotti -, non dimentichiamocelo. Abbiamo una responsabilità verso questi migranti e chi fa tutto questo non sono gli scafisti, ci sono i poteri forti con delle grandi responsabilità“.

A Crotone letti i nomi delle vittime del naufragio

Leggere i nomi degli 87 morti del naufragio di Steccato di Cutro – da aggiornare a 88 dopo l’ultimo recupero avvenuto in mattinata – nella giornata nazionale delle vittime innocenti della mafia. E questo perché le persone che hanno perso la vita in questa circostanza sono state vittime innocenti della mafia dei trafficanti di uomini. Così Libera, l’associazione che da anni dedica il 21 marzo alla mobilitazione nazionale a ricordo delle vittime della criminalità organizzata, ha deciso di inserire nell’elenco degli oltre mille morti innocenti anche i naufraghi di Cutro.

Lo ha fatto a livello nazionale ma, soprattutto, a Crotone, davanti a quel Palamilone diventato simbolo del dolore e dove ancora oggi ci sono alcune delle salme dei migranti morti nella tragedia dello scorso 26 febbraio. Nel silenzio generale, davanti a alcune centinaia di studenti e vicino all’improvvisato ‘sacrario’ di fronte al palasport, sono state tre ragazze del liceo Gravina a leggere i nomi dei 35 minori (di cui 26 bambini sotto i 12 anni) e dei 52 adulti – tra donne e uomini – che hanno trovato la morte a pochi metri dalla spiaggia calabrese dopo una traversata di 5 giorni.

Hanno letto solo i loro nomi di battesimo perché, come ha detto Bruno Palermo, volontario di Libera Crotone, “ognuno di noi sente come propri familiari queste 87 vittime, come se avessimo perso qualcuno di famiglia“. “Lo abbiamo deciso con don Luigi Ciotti – ha aggiunto Palermo – perché riteniamo che queste siano vittime innocenti delle mafie dei trafficanti dei esseri umani che fanno affari con le mafie italiane che godono dell’appoggio delle persone che si girano dall’altra parte facendo finta di non vedere cosa accade nei mari e davanti alle proprie coste“. In seguito sono stati letti i nomi delle 250 persone innocenti uccise in Calabria dalla ‘ndrangheta.

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