Meloni, la coscienza pulita di una madre: “Cutro? C’è chi fa propaganda sui morti”

Giorgia Meloni a 360° gradi sul tema immigrazione: dalla strage di Cutro alla propaganda, passando per l'intervento dell'Italia e le richieste all'UE

StrettoWeb

Noi oggi siamo davanti a un fenomeno che ha un impatto che non aveva in passato, oggi il problema è enorme E facciamo ogni giorno tutto il possibile mentre altri muovono accuse inaccettabili“. Si è espressa così, in aula al Senato, Giorgia Meloni sulla tematica dell’immigrazione.

Il premier italiano, riferendosi alla tragedia di Cutro che oggi ha visto aumentare il numero delle vittime a quota 88, ha dichiarato: “la mia coscienza è perfettamente a posto, spero lo sia anche quella di chi usa povera gente per fare propaganda“.

Le responsabilità del governo

Rivolgendosi quindi alla senatrice dem Tatiana Rojc, la leader di FdI ha aggiunto: “mi scuso se mi sono rivolta a lei direttamente, è un retaggio dei mie anni in Aula. Lei citando Pasolini ha detto che ‘tutti sappiamo chi è il colpevole ma non abbiamo le prove’. Ebbene, voi avete stabilito un colpevole senza avere prove. Non ci sono prove che il governo potesse fare di più, se avesse potuto farlo lo avrebbe fatto come fa ogni giorno, con una media di 2.000 salvataggi al dì“.

Io sono una madre, una madre – scandisce il premier -. Quando noi, al cospetto dell’Ue, diciamo che l’Italia non li ha voluti salvare vanifichiamo gli sforzi che stiamo facendo, perché se si continua a lasciare l’Italia sola” a fronteggiare i salvataggi in mare “sfuggirà sempre qualcosa, qualcosa sempre andrà storto. Ma la mia coscienza, lo ribadisco, è perfettamente in ordine“.

Rispetto alla collega che parlava di Visegrad – ha poi aggiunto Meloni -, credo che il manuale degli slogan vada aggiornato. Vedete, i Paesi Visegrad stanno accogliendo milioni di profughi ucraini e lo stanno facendo da soli. Se qualcuno venisse al consiglio Ue, scoprirebbe che tra quelli che chiedono muri c’è il governo austriaco, che è retto anche dai Verdi“.

Confesso – ha aggiunto – che sul tema immigrazione non mi è chiara la proposta che si leva dai banchi delle opposizioni. La senatrice Lorefice dice che occorre sicuramente fermare gli scafisti, cooperare con l’Africa, lavorare su un decreto flussi: ebbene, è esattamente quello su cui lavora il governo“, impegnato “a colpire il traffico di essere umani“, ma anche a instaurare “un diverso rapporto tra Ue e paesi africani“, nel nome di quel “piano Mattei che ci sta vedendo andare in giro in lungo e in largo, portando investimenti e chiedendo a Ue di investire sull’Africa“, perché “la risposta più efficace è metterli nelle condizioni di vivere delle molte risorse che hanno, con un approccio non predatorio ma da pari a pari“, puntando su “investimenti, lavoro e formazione“.

E ancora: “non andrò mai in Europa a sostenere e a chiedere un decreto flussi europei. Vi segnalo che gli altri stati membri i flussi ce li hanno, è l’Italia che li ha azzerati perché le quote sono coperte da chi in Italia entra illegalmente. E questo equivale a dire che i flussi sono nelle mani degli scafisti, a mio avviso irragionevole. Noi riapriamo i flussi, li immaginiamo triennali, diamo una prospettiva e lavoriamo con i paesi africani. Mi pare un ragionamento sensato, non vedo proposte alternative o forse non le ho comprese“.

Immigrazione, mai danneggiare l’Italia

Ho scritto ai leader europei per ribadire che noi non possiamo attendere oltre, non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio“, ha detto in Aula al Senato il premier. “Le frontiere marittime dell’Italia sono le frontiere dell’Europa, che è chiamata a difendere quelle frontiere“.

E’ necessario per Meloni il “coinvolgimento degli Stati di bandiera delle Ong nelle operazioni Sar” e “gli Stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare attribuisce loro“, ha continuato. Un “tema centrale” del prossimo Consiglio Ue è quindi “quello dell’immigrazione, un tema che il nostro governo ha ottenuto che venisse discusso in gran parte nell’ultimo Consiglio europeo. Noi siamo di fronte a un’emergenza che sta diventando strutturale, è una definizione che può sembrare un ossimoro, ma è la fotografia di quel che sta accadendo. Stiamo assistendo a una pressione migratoria senza precedenti, come ben dimostra la tragedia di Cutro, l’immigrazione è il primo banco di prova” per l’Europa, ha spiegato la premier.

Meloni ritiene che “adeguati stanziamenti” di fondi europei debbano essere “dedicati a contrastare i flussi irregolari lungo le rotte del Mediterraneo centrale” così come è stato fatto con la Turchia.

Nella battaglia da condurre in Europa sul dossier immigrazione “sono certa di avere dalla mia la maggioranza degli italiani, e spero anche di avere la più ampia maggioranza” in Parlamento, “anche delle opposizioni. Perché, vedete, la battaglia politica si può efficacemente fare senza dipingere l’avversario come un mostro. C’è un limite che non andrebbe mai oltrepassato, il limite che, per gettare ombre sull’avversario, si finisce per mettere in cattiva luce l’Italia, mettendo in dubbio anche l’operato” delle forze dell’ordine e di polizia, della marina, della guardia Costiera e della guardia di finanza, nonostante l'”Italia si stia assumendo responsabilità che sarebbero anche di altri“, ma colpendo l’Italia “si finisce anche per indebolire la nostra capacità negoziale“, ha aggiunto Meloni.

Quindi criticate ferocemente il governo, me e le scelte che questo governo sta portando avanti, i nostri provvedimenti – dice il premier – ma fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza“.

Rendere effettive le procedure di rimpatri degli irregolari è un tema che abbiamo posto con forza e che sta molto a cuore dell’Italia“, sui risultati ottenuti “non possiamo dirci ancora soddisfatti“. Rispetto allo “stato di attuazione degli accordi assunti 5 settimane fa – ha aggiunto – l’Italia intende ribadire che non c’è più un minuto da perdere: è questo il momento di agire, è questo il momento di lavorare a soluzioni“.

Vigileremo affinché” l’azione europea sul dossier migranti “sia effettivo, rapido e incisivo: non vogliamo più piangere morti nel Mediterraneo, non vogliamo più che gli ingressi dei migranti siano decisi da mafie scafisti“.

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