L’Aquila: 14 anni fa il terremoto che ha spazzato via la città intera

Erano le 3:32 del 6 aprile quando il terremoto ha distrutto la città abruzzese provocando 309 vittime. Il Premier Giorgia Meloni: "c'è ancora molto da fare"

StrettoWeb

“Sono trascorsi 14 anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009 che colpì L’Aquila e l’Abruzzo”. Questo l’incipit del tweet del Primo Ministro Giorgia Meloni, che ricorda la tragedia che ha colpito il capoluogo abruzzese portando morte e distruzione. Una morte, quella dei propri cari, che non è stata mai superata ed una distruzione, quella della città e dei comuni limitrofi, che non è stata ancora cancellata. Sono appunto trascorsi 14 anni, ma L’Aquila continua ad essere ancora un cantiere a cielo aperto: sono ferite che fanno male all’anima e che, sicuramente, non aiutano i sopravvissuti a superare i momenti di panico che hanno vissuto in qiella notte dell’orrore.

L’orologio indicava le 3:32  quando una scossa fortissima, tra l’ottavo e il nono grado della scala Mercalli, ha cambiato le sorti dell’Aquila e di tutto l’Abruzzo. Una città distrutta, il fantasma della morte che aleggiava tra le macerie, 309 vite umane spezzate, tra cui quella di moltissimi studenti e di Giovanna Berardini la quale, il giorno dopo il terremoto, avrebbe dovuto dare alla luce sua figlia Giorgia, una bimba mai nata e già sepolta in via Fortebraccio. Giorgia, come il nome del nostro Premier che, su Twitter, ha così continuato: “quella tragedia toccò il cuore e la mente di tutti gli italiani, che dimostrarono solidarietà e vicinanza. Onoriamo la memoria delle 309 vite spezzate e ci stringiamo ai loro cari”. 

Un abbraccio simbolico quello della Meloni, insieme a tanti altri abbracci che la politica italiana ha dato ai superstiti, eccetto poi abbandonarli. Perchè L’Aquila, ancora oggi, non è stata ricostruita: la città è un cumulo di impalcature, sabbia e cemento. Roberta Gargani, presidente dell’Associazione “Città di Persone” che raccoglie i commercianti del centro storico, ha infatti dichiarato all’Ansa: “non abbiamo idea di cosa sarà la città in futuro, non c’è un piano. Molti residenti non riescono ancora a rientrare per queste problematiche, sono infatti tante le case in affitto e in vendita”. Una situazione problematica di cui L’Aquila risente al livelli economici: non esiste infatti più turismo, la città viene snobbata perchè, e fa male dirlo, non c’è nulla da vedere.

Sempre su Twitter, il Premier si è espresso anche sullo stato dei lavori: “l’impegno per questo forte e orgoglioso territorio non è terminato e il Governo lavora per accompagnare e sostenere la ricostruzione. C’è ancora molto da fare, ma abbiamo la possibilità di far risorgere L’Aquila e i Comuni del cratere e renderli ancor più belli e fieri di prima”. C’è ancora speranza quindi, l’importante è che lo Stato faccia la sua parte e si rimbocchi le maniche, come ormai fanno i cittadini da ben 14 anni.

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