Il colpo di Stato del ’92 e la trattativa segreta Stato-Tangentopoli

Quella trattativa tra magistratura e classe politica che portò al dopo Tangentopoli cambiando il volto del paese, per sempre

StrettoWeb

A distanza di 30 anni emergono nuove evidenze su quello che fu il caso che segnò l’Italia per gli anni a venire: Mani pulite, o Tangentopoli. Recenti dichiarazioni di Gherardo Colombo, che in verità erano già state rese note all’epoca ma solo in parte, passando quasi in sordina, hanno fatto sobbalzare molti dalla sedia. Colombo è uno degli ex magistrati di punta della Procura di Milano, tra i protagonisti della stagione di Mani pulite. Le rivelazioni sono state fatte nella prefazione al libro postumo di Enzo Carra, pubblicato in questi giorni, “L’ultima Repubblica“.

Il magistrato, come riporta anche Sansonetti su le pagine de Il riformista, fa un’esplicita confessione di cosa vi sia stato dietro Tangentopoli. Carra fu l’ultimo portavoce della Democrazia Cristiana e venne arrestato. Per stilare l’introduzione del suo libro ha voluto coinvolgere uno degli “antagonisti” di allora, Gherardo Colombo.  L’ex magistrato, nell’introduzione, ammette ciò che in verità era già in parte noto negli anni ’90: vi è stata quella che Il Riformista definisce una trattativa tra magistratura e classe politica. In quel luglio del 1992 si compì un ricatto che Sansonetti definisce ‘scellerato’: i politici che si fossero dimessi uscendo dalla vita pubblica non avrebbe subito carcere e processi.

Tangentopoli: il colpo di stato

Si trattò dunque, di una sorta di colpo di stato della magistratura. Si tratta, scrive Sansonetti, di “una confessione penalmente rilevante ex art. 338 del CP, se non fosse caduta in prescrizione. Già Borrelli, allora capo del pool di Mani Pulite, anni fa si lasciò sfuggire a commento della quarta vittoria di Berlusconi “Non valeva la pena buttare all’aria il mondo precedente per cascare in quello attuale”“.

La politica si dimostrò migliore della magistratura. Il ricatto non funzionò“, scrive ancora il direttore del Riformista. Ma la Procura di Milano, ponendo che ciò che dice Colombo sia vero, tentò il colpaccio. E lo fece con “arresti sistematici, con l’aggiramento del Gip, con i mandati di cattura a rate, col sistema delle delazioni ottenute in cambio di scarcerazioni o con nuovi mandati di cattura, con una lunga scia di suicidi. Ed eliminò dalla scena tutta la classe politica di governo, più o meno come succedeva spesso in America Latina“.

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