Cambia la Legge Severino: i politici condannati che patteggiano si possono candidare

Per il Viminale i politici che hanno patteggiato una condanna potranno candidarsi alle prossime elezioni

StrettoWeb

Su poche poche il mondo politico di maggioranza ed opposizione è d’accordo: ossia la modifica della legge Severino varata dal Governo Monti nel 2012. Per il Viminale i politici che hanno patteggiato una condanna potranno candidarsi alle prossime elezioni. È quanto si evince da un parere del Dipartimento per gli Affari Interni e gli Enti locali del 13 marzo. Secondo il Viminale, la riforma Cartabia, riducendo gli effetti extrapenali del patteggiamento, ha inciso anche sulla insindacabilità prevista dalla legge Severino, determinando “l’abrogazione tacita” di questa norma.

L’incandibabilità prevista dall’articolo 15 della legge Severino, con l’entrata in vigore della riforma Cartabia, “non produce più i suoi effetti”. Ne consegue, si legge nel parere, che “tutti i condannati con una sentenza di patteggiamento non incorrono più in una situazione di incandidabilità, potendo così concorrere alle prossime elezioni”. E qualcuno domanderà, e Falcomatà? Per il sindaco sospeso di Reggio Calabria questo parere non potrà essere applicato perchè molto semplicemente non ha patteggiato.

Incontrando i sindaci, poco dopo il suo insediamento, il ministro Nordio aveva aperto alla possibilità di modificare la legge Severino nella parte in cui prevede la sospensione per 18 mesi degli amministratori condannati in primo grado. Ma ora il lavoro del governo in materia di giustizia è concentrato su un pacchetto di riforme che potrebbero essere presentate entro la fine del mese e che vedono tra le priorità gli interventi sull’abuso d’ufficio.

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