Via Crucis, l’Ucraina non ci sta: “equipararci alla Russia non serve, dobbiamo vincere”

Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, ha commentato la Via Crucis che si è svolta ieri a Roma, alla quale hanno preso parte un russo ed un ucraino

StrettoWeb

Siamo profondamente grati a Papa Francesco per la sua preoccupazione per l’Ucraina“, ma “purtroppo dobbiamo affermare che la mossa di quest’anno è stata ancora una volta eclissata dal tentativo di equiparare vittima e aggressore“. E’ quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, commentando su Fb la Via Crucis che si è svolta ieri a Roma. “Siamo delusi dal fatto che la Santa Sede non abbia tenuto conto delle argomentazioni ucraine sulla natura offensiva del gesto. La partecipazione congiunta di un ucraino e un russo distorce la realtà” e “i tentativi di segnare l’uguaglianza tra l’Ucraina e la Russia non favoriscono la riconciliazione“.

“Ieri venerdì santo a Roma si è svolto un grande evento religioso – la processione. Simboleggia la vittoria del bene sul male, la luce sulle tenebre, la fede sul disprezzo“, scrive Nikolenko in un post pubblicato suo profilo Facebook. “Siamo profondamente grati a Papa Francesco per la sua preoccupazione per l’Ucraina e gli ucraini. Purtroppo dobbiamo affermare che la mossa di quest’anno è stata ancora una volta eclissata dal tentativo di equiparare vittima e aggressore. Si tratta dei testi letti durante la 10a stazione della Santa Processione: a nome di un adolescente ucraino che ha trovato rifugio in Italia dopo la cattura di Mariupol da parte delle truppe russe, e di un ragazzo russo, fratello di un soldato che ha perso la vita, e con il padre e nonno scomparsi come partecipanti alla guerra estera russa contro l’Ucraina. Siamo delusi dal fatto che la Santa Sede non abbia tenuto conto delle argomentazioni della parte ucraina sulla natura offensiva di tale gesto. La partecipazione congiunta di un ucraino e un russo distorce la realtà in cui la Russia ha fatto cadere gli ucraini, realizzando un genocidio contro di loro. Più che altro, tale passo mina i principi della giustizia e della moralità umana comune, scredita il concetto di pace e fratellanza“, continua il messaggio.

I tentativi di segnare l’uguaglianza tra l’Ucraina che soffre e la Russia non favoriscono la riconciliazione. La riconciliazione può arrivare solo dopo la vittoria ucraina, la punizione di tutti i delinquenti russi, il pentimento per le sofferenze causate e chiedere perdono agli ucraini. Ci aspettiamo che la Santa Sede continui a seguire un approccio basato su una profonda comprensione della giustizia e della responsabilità per il ripristino della pace in Ucraina e l’istituzione della giustizia“, conclude il messaggio.

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