L’Autonomia differenziata ed il disegno di legge del costituzionalista Villone

La raccolta delle firme in appoggio al testo di Villone è rimasto ormai l’ultima speranza per scongiurare una frattura economica e sociale del nostro Mezzogiorno di dimensione catastrofica

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Sabato 15 aprile alle ore 15.00 al “T hotel Lametia Terme” presso Feroleto antico, si terrà un incontro nel corso del quale si tenterà di completare la raccolta delle cinquantamila firme volte a dar vita al disegno di legge di iniziativa popolare, promosso dal costituzionalista Massimo Villone. Questo resta l’ultimo tentativo di portare in Parlamento la proposta di modifica dell’articolo 116, terzo comma, e dell’articolo 117 della Costituzione finalizzata a garantire l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti nell’intero Paese. Al Nord come al Sud. Com’è ormai noto a tutti e com’è stato spesso scritto su questo giornale, l’approvazione del testo di Calderoli al contrario riverserebbe sul Mezzogiorno effetti dirompenti. Una breve digressione. Nessuno ricorda più in Italia che il ministro della Lega è l’indimenticato autore della “porcata”, come lui stesso definì la propria legge elettorale del 2006 che rimase in vita per ben tre legislature. Un tempo infinito concesso a un provvedimento legislativo indegno di un paese civile, causa non secondaria del drammatico astensionismo dei nostri giorni. Oggi purtroppo l’autonomia differenziata è alle battute finali. Il ministro Calderoli è riuscito ad aggirare da perfetto Azzeccagarbugli – mitica figura letteraria nata dalle sue parti – ogni ostacolo istituzionale. Eppure bastava valutare il peso culturale dei personaggi e del Movimento politico che peroravano la causa dell’autonomia per avvertire un senso di vertigine. I protagonisti di questa impresa sono infatti Calderoli, Zaia, Fontana e la Lega. Di quest’ultima gli italiani hanno ormai in tutta fretta dimenticato l’insopprimibile voglia di secessione, che ha permeato l’intera sua esistenza politica. Purtroppo il nostro Paese sembra scivolare in un baratro avvilente di amnesia e di scadimento culturale. Inutile soffermarsi ancora nel dettaglio sui danni che il Sud riceverebbe dall’approvazione del testo firmato da Calderoli. Una sola cosa trovo epidermicamente insopportabile. Uno dei motivi per cui Zaia spinge forsennatamente per l’approvazione del provvedimento, scaturisce da un sentimento d’invidia. Come ha lasciato trapelare, non sopporta più che territori confinanti con il suo Veneto godano di Statuti speciali. Per la verità Zaia sarebbe apparso più convincente se si fosse domandato se le condizioni storiche per cui la nostra Costituzione a suo tempo ha adottato la specialità legislativa esistano ancora. Per fare solo due esempi, la prevalenza del dialetto francese in Valle d’Aosta e la povertà “secolare” in Sardegna hanno oggi ancora senso?

L’incontro di sabato è dunque finalizzato a chiamare a raccolta le figure istituzionali disponibili, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, ma anche semplici cittadini calabresi, consapevoli che la raccolta delle firme in appoggio al testo di Villone è rimasto – ripeto questo concetto – ormai l’ultima speranza per scongiurare una frattura economica e sociale del nostro Mezzogiorno di dimensione catastrofica.

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