Ponte, l’ex Sindaco La Valle: “le similitudini con il canale di Suez” e il retroscena sul corridoio europeo

Le parole di Rocco La Valle, presidente dell’associazione LIstretto ed ex Sindaco di Villa San Giovanni, all’audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sul Ponte sullo Stretto.

  • Rocco La Valle Ponte sullo Stretto
  • Intervento Rocco La Valle audizione Camera
  • Intervento Rocco La Valle audizione Camera
  • Intervento Rocco La Valle audizione Camera
  • Intervento Rocco La Valle audizione Camera
  • Intervento Rocco La Valle audizione Camera
/
StrettoWeb

“Sono stato eletto Sindaco a Villa San Giovanni nel 2010 e mi sono subito trovato davanti alla variante di Cannitello. Prima dell’inizio dei lavori il Governo Berlusconi firma un accordo di programma in cui si spiega che prima del Ponte va realizzata l’Alta Velocità, così come era importante ammodernare l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’Anas si impegnò a realizzare l’Autostrada e lo fece, purtroppo invece Anas non riuscì a realizzare il tratto da Battipaglia. Così cominciarono i lavori della variante di Cannitello e in quegli anni la popolazione era vicina al Ponte”. Così Rocco La Valle, presidente dell’associazione LIstretto ed ex Sindaco di Villa San Giovanni, all’audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sul Ponte sullo Stretto.

“Purtroppo nel 2011 – continua La Valle – mentre si stavano realizzando i valori della variante di Cannitello, l’Europa cancella il corridoio Berlino-Palermo. Si decide per quello Helsinki-Malta, che arrivava a Napoli e deviava verso Bari. Fu un duro colpo, ma noi continuavamo a credere al Ponte. In quella Commissione si decise che il Ponte non era più importante per il corridoio europeo, ma era più importante unire due isole con un Ponte di 18 chilometri. Erano dei segnali negativi, allora. Poi nel 2013 il Governo Monti decise di cancellare il Ponte. Era una richiesta dell’UE per non violare le misure di austerità, si cancellò un’opera in cui si lavorò tantissimo”.

“In quei due anni comunque ci siamo mossi per completare i lavori sulla variante, come il mascheramento della galleria e il Lungomare. Erano stati stanziati 26 milioni di euro, ne utilizzammo 19. Finisco la mia Sindacatura nel 2015 e con altre persone fondiamo un’Associazione, innamorati di infrastruttura. Ci chiediamo perché il Ponte, con studi di fattibilità di anni, dalla sera alla mattina viene cancellato. Il Ponte sullo Stretto ha similitudini con il canale di Suez, all’inizio venivano sottolineate criticità ma poi un italiano lo costruì e da lì cambiò la logistica del mondo. L’Italia, però, all’interno di questa logistica non si è mai inserita. Deve tornare al centro del Mediterraneo”, conclude La Valle.

La Valle: “Se l’Italia ha davvero intenzione di imporsi in Europa e di crescere nel mondo, ha l’obbligo di infrastrutturare il Meridione. Altrimenti, non avrà grandi chance”

Non ci è andato leggero il già sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, nel suo intervento oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, dove si sono riunite congiuntamente Commissione Trasporti e Commissione Ambiente per l’audizione di esperti riguardo la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

“Senza Ponte non si possono realizzare alta capacità ed alta velocità; senza alta capacità e alta velocità non ha senso realizzare il Ponte. È tutto concatenato, tutto direttamente proporzionale a livelli di inquinamento, traffico veicolare, costi di trasporto e velocità di consegna. Se il nostro Paese non realizzerà tutto questo in breve tempo, non sarà mai competitivo con le altre realtà Europee e mondiali”.

Eletto nel 2010, il primo sindaco di CentroDestra che Villa abbia avuto, chiamato a rispondere su alcuni aspetti tecnico-amministrativi, in Aula ha ripercorso le tappe della sua sindacatura, indissolubilmente legata anche ai primi passi, anzi alle prime pietre, del Ponte sullo Stretto: “Sin da subito, appena eletto sindaco, mi sono trovato a confrontarmi con il Ponte, sposandone pienamente l’idea, e con le opere propedeutiche, come la Variante di Cannitello. è stato sempre tutto molto contestato e complicato, forse perché una parte di italiani non ha ancora ben capito la sostanziale capacità strategica di questa grande opera. Anche dopo la mia sindacatura – ha aggiunto in audizione l’ex sindaco di Villa e oggi Presidente dell’Associazione Listretto – e insieme a tanti altri abbiamo continuato a proclamare la necessità di realizzare il Ponte, costituendo comitati e associazioni, organizzando studi e convegni, scrivendo libri e relazioni tecniche. Innamorati del Mediterraneo, delle infrastrutture e delle annesse potenzialità, ci siamo chiesti tante cose in questi anni… ad esempio, se in Europa davvero hanno tutta questa volontà di appoggiare l’Italia nella costruzione del Ponte, perché ne si percepiscono i radicali miglioramenti che porterebbe sul piano non solo dei trasporti civili, ma soprattutto commerciali, quindi della logistica.

La verità – ha affermato Rocco La Valle davanti alle Commissioni riunite, usando una metafora calcistica – è che oggi il nostro Paese si sta giocando una partita importantissima in Europa, giocando però in inferiorità numerica. Chiedetevi perché ad oggi il porto di Anversa occupa 80mila lavoratori, mentre Gioia Tauro appena 3mila. La mia idea è che la logistica, e quindi il Ponte, si portano dietro interessi internazionali che fanno paura a molti. La logistica è come il petrolio per gli arabi; un interesse immenso, che dobbiamo saper sfruttare. Le nostre posizioni geografiche sono invidiabili, tuttavia ancora oggi l’Italia non ha una reale collocazione commerciale nel Mediterraneo. Veniamo dribblati, scartati, spostando la rotta degli interessi sui porti del Nord Europa, passando dall’Atlantico; ci passano davanti tutte le navi, che girano dallo Stretto di Gibilterra e ci salutano, dirette a Rotterdam, Anversa o altre località. Invece, se qui si aprisse una piattaforma logistica, riusciremmo ad entrare realmente in concorrenza con tutti. Finora l’Italia è rimasta a guardare, aspettando quelle navi che non possono fermarsi perché non ci sono le infrastrutture. Ma il Ponte sullo Stretto porta con sé alta velocità ed alta capacità, che daranno forza a tutta la portualità meridionale e quindi a tutto il Paese. Se l’Italia ha davvero intenzione di crescere nel mondo, ha l’obbligo di infrastrutturare il Meridione. Altrimenti, non avrà grandi chance”.

Condividi