La Reggina costringe la Figc al passo indietro: cosa dicono ora le Noif e perché il club può sperare

La Figc, infatti, grazie alla "battaglia" mandata avanti dalla Reggina, è stata costretta al passo indietro, difatti aprendo la strada alla possibilità di accedere al piano di ristrutturazione del debito da parte di tutti i club

StrettoWeb

La Reggina, ormai è risaputo, sta giocando due partite parallele in questo finale di stagione: una in campo e una fuori dal campo. Seppur distinte, sono parallele anche perché una potrebbe condizionare l’altra, come ammesso – tuttavia timidamente – da mister Inzaghi dopo la conferenza stampa di ieri. E se la partita in campo ieri ha conosciuto un deludente stop, quella fuori è da poco iniziata e, sempre nella giornata di ieri, ha permesso al club amaranto di segnare un importante gol. La Figc, infatti, grazie alla “battaglia” mandata avanti dalla Reggina, è stata costretta al passo indietro, difatti aprendo la strada alla possibilità di accedere al piano di ristrutturazione del debito da parte di tutti i club. Tuttavia, questo, dalla prossima stagione. Ma la Reggina ha una carta in più da giocare, adesso sa di aver agito legittimamente (anche per la Federazione) e può sperare – ancor di più – nella restituzione dei punti e nel processo per il successivo deferimento.

Checché ne dica l’autonomia sbandierata anche di recente, l’ultimo Consiglio Federale ha fatto sì che la Federazione inglobasse all’interno delle Noif anche la possibilità che una società calcistica possa accedere alla ristrutturazione, evitando così il fallimento. Chiaramente, così come è stato per la Reggina, deve averne le condizioni e presentare un piano che sia ritenuto valido e che permetta al Tribunale di turno di accettare l’omologa. Due, nello specifico, sono state le modifiche: gli articoli 85 e 90.

Cosa dicono le modifiche delle Noif

L’articolo 85 evidenzia che “In caso di ricorso agli istituti di regolazione della crisi o dell’insolvenza previsti al D.Lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019 che presuppongano procedure in continuità aziendale diretta, le società devono depositare la domanda di accesso alla procedura unitamente ad un piano economico-finanziario, asseverato da un soggetto abilitato, da cui risulti la capacità delle società di operare quali entità in funzionamento almeno sino al termine della stagione sportiva in corso. Le suddette società continueranno ad essere onerate di tutti gli adempimenti relativi al Campionato di competenza, prescritti dalle precedenti lettere A), B), C) o D), fatto salvo, per l’assolvimento dei debiti, il caso in cui, in esito alla omologazione della competente Autorità Giudiziaria o con equivalente provvedimento divenuto definitivo, siano stabiliti esplicitamente effetti di esdebitazione”. 

Ciò significa che, come ha appunto messo in atto la Reggina, ogni società che si trova in stato di crisi può presentare un piano che attesti la volontà di uscire dalla fase debitoria attraverso una ristrutturazione. Norma che lo Stato aveva già acquisito, a differenza della Figc. Lo avrebbe dovuto fare prima? Certamente, anche per evitare alla Reggina il caos di queste settimane. Ma se il passo indietro è stato effettuato è anche per via dell’ostinazione della Reggina nel battagliare su questo aspetto.

Il blocco del mercato

Il secondo articolo, il 90 (4 bis), evidenzia allo stesso tempo che “Il provvedimento di cui al comma precedente si applica anche nel caso in cui le società abbiano presentato domanda di accesso agli istituti di regolazione della crisi o dell’insolvenza previsti al D.lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019 che presuppongano procedure in continuità aziendale diretta. Il provvedimento di non ammissione ad operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori permane sino al termine della seconda sessione di mercato successiva all’intervenuta omologazione della competente Autorità Giudiziaria o ad equivalente provvedimento divenuto definitivo, in cui siano stabiliti esplicitamente effetti di esdebitazione”. Tradotto: blocco del mercato. Chi vi accede rischia di non poter operare fino al termine della seconda sessione di mercato successiva.

E la Reggina?

Negli ambienti amaranto si respira un’aria come sempre ottimistica, a cui si aggiunge un pizzico di orgoglio per aver mandato avanti una battaglia che ha costretto la Figc a fare un passo indietro e ad armonizzarsi con la Giustizia Ordinaria. Da precisare, tuttavia, che le modifiche sopracitate non sono retroattive e dunque entrano in vigore dalla prossima stagione. Per la Reggina, nei fatti, non cambia nulla da questo punto di vista: rimane “nel limbo”, ben consapevole di aver fatto da apripista e ben consapevole che dovrà (potrà) continuare a difendersi come fatto finora, confidando nei successivi gradi di giudizio. Allo stesso modo, non essendo il provvedimento retroattivo, non dovrebbe neanche essere colpita dal blocco del mercato di 2 anni.

I prossimi passaggi

Nelle prossime settimane se ne saprà di più. Da quanto filtra, la sentenza in Appello dovrebbe arrivare per i primi di maggio, mentre entro metà mese il Tribunale dovrebbe concedere finalmente l’omologa. Allo stesso modo, secondo quanto appreso, il deferimento per le scadenze del 16 marzo dovrebbe arrivare a breve e l’eventuale sentenza andrebbe “dentro” la stagione attuale, e non colpirebbe la prossima. Con l’obiettivo di salvaguardare la stagione sportiva e quindi, velocizzando i processi, evitando di creare eccessivi ritardi nello slittamento dei playoff. Staremo a vedere.

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