Nella serata di ieri, a Palermo, si è svolta una manifestazione di protesta “contro il governo Meloni e la repressione“. I manifestanti sono partiti da piazza Sant’Anna, con carri e striscioni, musica e slogan, arrivando fino al tribunale di Palermo “simbolo del potere giudiziario e dell’utilizzo di misure sempre più punitive per colpire il dissenso sociale“, dicono gli organizzatori in una nota.
La manifestazione, organizzata attraverso un fitto tam tam social, ha avuto come obiettivo le politiche guerrafondaie e di aumento delle spese militari propugnate da Crosetto e Salvini, per reclamare il diritto alla casa, al reddito, alla salute. I manifestanti hanno protestato per “la riappropriazione della propria città e delle proprie strade – simbolicamente – contro abusi di potere e metodi repressivi dal decreto anti rave, agli sgomberi coatti in città, fino all’utilizzo improprio della repressione per la risoluzione delle emergenze sociali, relegate a materia di ordine pubblico“.
Durante il corteo è stata colpita una banca in via Pignatelli Aragona con uova e vernice, mentre gli attivisti ecologisti hanno aperto uno striscione con scritto “Insorgiamo! Cambia il sistema non il clima” per protestare contro i finanziamenti al fossile e la speculazione sull’ambiente. “Il governo Meloni – affermano i manifestanti – si è apertamente schierato dalla parte dei padroni e dei grandi imprenditori, smantellando il reddito di cittadinanza, bocciando le proposte sul salario minimo, rendendo esecutivi sfratti e sgomberi, prendendo posizione contro i lavoratori, contro l’aborto, contro i diritti delle donne“.