Messina è la città d’Europa che si spopola più velocemente: “servono il Ponte ed infrastrutture moderne”

Messina e Palermo, insieme a città rumene ed una ungherese, le peggiori in Europa per lo spopolamento in corso

StrettoWeb

Primato negativo per Messina che conquista il primato dello spopolamento negli ultimi cinque anni. La città dello Stretto ha il 4,8% in meno di abitanti nel quinquennio 2015-2020. Messina non è la sola città siciliana a finire fra le peggiori: Palermo si piazza quinta. Il capoluogo della regione ha subito una crescita negativa del -4,2%. Catania, invece, ha subito una variazione di popolazione del -4%.

Marcello Panzarella, noto professore ordinario di Composizione architettonica e urbana nell’Università di Palermo, in quiescenza volontaria dal 2014, evidenza: “Messina la malata più grave d’Europa. Palermo la quinta messa peggio. Maglie nerissime. Eppure ai messinesi va bene così. Anche ai palermitani. Città in via di estinzione. È un caso che siano le due città peggio collegate d’Europa? Tra di loro e col resto del continente europeo. Il governo di Mario Monti, definanziando nel 2011 la costruzione già appaltata del Ponte sullo Stretto, indusse la società Rete Ferroviaria Italiana, delle FS, ad accantonare anche il progetto di completamento del raddoppio ferroviario tra le due città. I governi successivi, nazionale e regionale (questo in mano ai catanesi), completarono l’opera, deviando il corridoio ferroviario Messina-Palermo in modo che si allungasse di 130 km, costringendolo a passare per Catania e Caltanissetta. Pura follia. Ma il Sindaco di Palermo, il solito Leoluca Orlando, se ne dichiarò felice, perché così Palermo sarebbe stata più vicina a Caltanissetta (facilitazione giudiziaria) invece che a Messina e all’Europa. Ma non è finita qui: oggi l’assessore regionale alle infrastrutture, il palermitano Aricò, ostenta disinteresse glaciale riguardo al completamento del doppio binario e alla sua pur minima velocizzazione lungo gli 86 km. di ferrovia tra Patti e Castelbuono, tuttora mantenuta nelle condizioni di centotrenta anni fa. Purtroppo, pur avendone avuto occasione, l’assessore non ha spiegato le ragioni di una indifferenza tanto clamorosa. Invece non ha esitato a sostenere e a ribadire che la peculiarità insulare della Sicilia è un valore e che come tale va salvaguardata. D’altra parte i messinesi, molti messinesi, dopo aver stipato l’area di capo Faro (presso l’approdo previsto del Ponte) con una miriade di villette orrende (che usano come fogna i laghetti di Ganzirri), hanno scoperto di colpo una vocazione ambientalista alla Mario Tozzi e si sono iscritti al partito No-Ponte. Dunque, l’unica chance di Messina e della Sicilia di iniziare a stoppare il crollo economico e demografico attraverso la dotazione di infrastrutture più moderne, è messa in causa dalla cecità delle loro classi dirigenti e della parte più oscurantista dei loro abitanti”.

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