La psicosi del “caro affitti” e la generazione dei debosciati

I ragazzini universitari sbraitano per i costi "eccessivi" degli affitti, ma la verità è che non sono più disposti a fare sacrifici

StrettoWeb

Quando andavo all’università, viaggiavo da pendolare e impiegavo ben più di un’ora per raggiungere l’ateneo da casa, tra l’altro cambiando 4 mezzi (macchina, aliscafo, tram, bus). Ero costretto ad alzarmi alle 06:00 del mattino e tornavo a casa alle 17:00 del pomeriggio, stremato dopo una giornata di lezioni e con il fardello di dover anche studiare. Eppure a quei tempi – parliamo di 15 anni fa, non 150 – anziché lamentarci, ci divertivamo pure. Chi non voleva fare la vita da pendolare, sceglieva di essere un “fuori sede” e mai e poi mai avrebbe pensato di affittare “una casa”, al massimo si poteva permettere una stanza, spesso e volentieri “da dividere con un amico”, quindi si accontentava di un letto e divideva l’appartamento (cioè il bagno, la cucina, la spesa, le pulizie etc. etc.) con un folto gruppo di coinquilini.

Oggi, invece, si blatera di “caro affitti” e gli studenti protestano con le tende nelle università chiedendo “diritti” (!), non si capisce quali. Sul Corriere della Sera di oggi c’è un trafiletto con un’intervista tragicomica a tale Alice Melideo, 20 anni, che piagnucola perché a Milano non  è riuscita a trovare un appartamento da affittare a 900 euro al mese insieme ad un’amica. Ma lei è di Bergamo (!!!) e ha trovato un’abitazione a Seregno (!!!), non so se è chiaro il concetto. Da pendolare avrebbe potuto viaggiare direttamente da casa (Bergamo-Milano sono 50 minuti di treno diretto), e in ogni caso da fuori sede vive a Seregno, che dista appena 20 minuti di treno diretto dal centro di Milano.

caro affitti

Queste polemiche stanno scatenando le reazioni comprensibilmente sconvolte dei – sempre più rari – normodotati. Tra questi Gene Gnocchi, che ha studiato negli anni ’70 e ha ricordato come “a lezione andavo con il treno, me lo pagavo giocando a calcio“. Magistrale l’intervento di Nicola Porro, che sull’ipotesi prettamente sovietica e illiberale di imporre un tetto al prezzo degli affitti ha reagito in modo furibondo: “ma come cazzo ragionano questi?“.

E’ semplicemente la generazione dei debosciati.

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