“È tempo di lottare, il governo Meloni se ne deve andare”: sciopero generale anche in Calabria

Al grido di "è tempo di lottare, il governo Meloni se ne deve andare", il 26 maggio alle 10 in piazza Rossi, a Catanzaro, ci sarà sciopero generale

StrettoWeb

E’ tempo di lottare, il governo Meloni se ne deve andare“. E’ questo il motto di uno sciopero generale previsto a Catanzaro in Piazza Rossi il prossimo 26 maggio. Appuntamento anche a Reggio Calabria, in Piazza Italia, ore 10.00.

Milioni di lavoratori e lavoratrici da trent’anni a questa parte assistono alla riduzione del proprio potere di acquisto di circa il 12 %, come segnala l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, (ILO) organismo internazionale che collabora attivamente con Cgil Cisl e Uil. Milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori“. E’ quanto si legge in una nota stampa di USB, Unione Sindacale di Base.

Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto il loro salario fissato, da contratti nazionali firmati troppo benevolmente, al di sotto dei 7 euro lordi l’ora – prosegue la nota -. A Catanzaro ogni giorno siamo alla conta della desertificazione cittadina e dei posti di lavoro, con quartieri allo stato brado e case occupate, a partire dai: Stagionali… cuochi, bagnini, camerieri.. dove si riprende la campagna estiva con lo stesso sistema di sfruttamenti della stagione passata con l’aggravante di NON essere nemmeno pagati! La P.A. sostenuta dai tirocinanti e mai assunti! La sanità che fa acqua da tutte le parti; ambulanze senza medici, precari senza contratti, medici che mancano in tutti i pronto soccorsi, liste di attesa alle calende greche… servizi sociali inesistenti!“.

Cliniche chiuse e perdita di 300 posti di lavoro in un sol battito di ali ! (tutto tace) – si legge ancora nel comunicato – Tipografie “internazionali” ridotte al lumicino! (abramo docet) Contratti firmati a 4,50€ all’ora , e pagati quando i soldi cadono dalle tasche dei padroni; Vertenze di lavoratori NON pagati ormai come prassi quotidiana; Trasporti indecenti, mezzi obsoleti e sporchi ; Scuole insicure, senza alcun adeguamento sismico, ecc. E mentre in tutto il modo si protesta i “sindacati di stato” si abbracciano affettuosamente nei vari congressi con padroni e governo – anni che siedono nei tavoli fianco a fianco PER TROVARCI PIU’ POVERI di PRIMA!!!”.

USB, sindacato conflittuale, confederale, da sempre dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici indica l’unica strada e risposta possibile:
· 300 EURO NETTI PER TUTTI I CITTADINI
· STIPENDI LEGATI ALL’INFLAZIONE REALE
· SALARIO MINIMO 10€ L’ORA
· PREZZI E TARIFFE CALMIERATI“.

Si conclude così la nota stampa che, a ben vedere, appare alquanto confusa: come si possono imputare al governo Meloni, insediatosi da una manciata di mesi, problemi atavici che a detta degli stessi sindacati risalgono a trent’anni fa?

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