Maturità 2023, le aspettative del primo esame post-pandemia

Questo articolo non è un pezzo sui dati rilasciati dal Ministero dell'Istruzione e non è un prontuario "salvaesame" dove svelerò, sbagliando, le tracce della prima prova. È il mio, personale, "in bocca al lupo" ai maturandi di domani: uscite dai gusci che vi siete creati in questi anni di pandemia e godetevi l'esperienza, ansia e preoccupazioni incluse

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Mancano poche ore agli esami di maturità 2023 e, tra toto-scommesse della prima traccia e la temuta prova orale, si torna sui banchi di scuola veri e propri, senza distanziamento, disinfettante e mascherina. Sono stati infatti, anni duri per i nostri “teens”: quello che doveva essere il tempo più spensierato della loro vita, la cui unica preoccupazione era riuscire a prendere il famoso “6 politico” a fine anno, a scambiarsi catene chilometriche di parole su Whatsapp per azzeccare la versione giusta di latino o aspettare che il compagno secchione (e scusatemi per la mancanza del “politically correct” ma non saprei in che altro modo definirlo) finisse di svolgere gli integrali di matematica per poi scongiurarlo di far copiare a tutti gli altri, si è trasformato in ben altro. Queste, per la maggior parte dei ragazzi, sono state le preoccupazioni fino al 2019. Sì, certo, esistono anche ragazzi bravissimi a scuola, e ne abbiamo di esempi da citarvi con i vari alunni, solo tra Calabria e Sicilia, che hanno raggiunto brillanti risultati nelle competizioni nazionali, su questo giornale largamente raccontati e celebrati.

Ma guardiamoci in faccia: tutti, almeno una volta, abbiamo avuto la preoccupazione di presentarci di fronte alla Prof e di non sapere niente o, almeno, di non saperne abbastanza. Un’ansia, di quella non patologica ma sana, che tutti dovrebbero provare. E invece, per la maggior parte dei nostri ragazzi, il tutto si è ridotto ad una didattica a distanza che, non solo non ha funzionato, ma ha creato distanze tangibili tra i giovani e le emozioni. Il tutto si riduceva ad un alunno, solo, di fronte al PC. Che per carità, i primi giorni, le prime settimane, e addirittura il primo mese è andato pure bene: però l’apatia di comunicare solo con una macchina, con uno schermo che rimanda solo alla nostra immagine riflessa, crea solo disagio e, nel profondo, anche paura. La paura di non poter vivere più come prima, di non smezzarsi la sigaretta con il compagno prima del suono della campanella, di non potersi riunire con il gruppo di amiche e, coinvolgendo l’insegnante imbarazzata, realizzare insieme l’ultimo balletto su TikTok.

Abbiamo troppo sottovalutato questa generazione di rinchiusi in casa, rinchiusi in testa: non solo facce pallide dietro allo schermo del cellulare, ma anche la privazione di vivere quelle tappe, obbligate, che servono poi a creare ricordi. Come quella volta in cui il mio compagno di classe, in preda al panico durante la prova di matematica, mi ha vista con un “pizzino” in mano letteralmente vuoto, dove stavo per scrivere qualcosa da passare a qualcuno. E lui, alla mia risposta “ma non c’è niente!”, ha comunque ribattuto “passamelo lo stesso”. E io lo feci. E fu divertente. E a distanza di anni, ormai più di dieci, ogni tanto questa storia esce fuori e fa ridere ancora, anche se lui, all’epoca dei fatti, non rideva per nulla.

Ragazzi, gli esami servono: ben venga quindi la maturità di domani. Ben venga la preoccupazione e l’ingegno per nascondere le tracce delle prove. Ben venga guardarsi spaesato e sperare che il compagno secchione (vedi sopra) si sieda vicino a noi e passi qualcosa. Non sono qui per farvi la morale, per dirvi di non copiare, di fare i bravi e di mettervi seduti buoni: questo è scontato. Così com’è scontato che, in un modo o nell’altro, ce la farete.

Ma per favore, godetevi il momento. Stringetevi un po’ più forte e consolate quell’amica un po’ timida che pensa che verrà bocciata. Smezzatevi la sigaretta. Fate un resoconto della prova appena usciti da scuola, appoggiati al motorino o alla macchina. Fate tutto quello che potete, ora che potete: il momento della distanza è passato, ora abbiamo tutti un po’ più bisogno di essere uniti. Buon esame ragazzi, buon ritorno alla vita.

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