Il “coraggio” di Versace e Salvini che ringrazia gli 11 “No-Ponte”: ad Altafiumara si è fatta chiarezza

Un piccolo drappello di No-Ponte in protesta questa mattina ad Altafiumara hanno dato modo a Matteo Salvini di chiarire per l'ennesima volta che il ponte non sarà una cattedrale nel deserto

StrettoWeb

Salvini dice che erano undici. Dalle foto scattate questa mattina sembrano essere anche di meno, ma probabilmente avranno chiamato i rinforzi per fare numero. I No-Ponte che hanno protestato di fronte al resort Altafiumara, dove questa mattina si svolgeva un convegno promosso dal Lions International e dal Forum permanente del Mediterraneo, dedicato al Ponte sullo Stretto di Messina, erano quattro gatti. Nel vero senso della parola. Tra loro il segretario provinciale del Pd reggino Antonio Morabito e il leader del movimento “La Strada”, Saverio Pazzano.

Ambigua la posizione del Pd targato Reggio Calabria, che scade nella presa di posizione per partito preso e non nella scelta fatta per motivazioni valide. Non un ‘no’ detto per il territorio, dunque, ma per andare contro i propri avversari politici. Il Partito democratico, infatti, è sempre stato a favore del ponte. Ciò che si evince oggi è che il dire ‘no’ ad un’infrastruttura fondamentale sia solo pura scelta politica: si dice no perché a promuoverlo è la destra.

E il governo, rappresentato durante questo convegno dal ministro Matteo Salvini in collegamento da Roma, non fa un passo indietro sulle proprie decisione. Anzi. “Ringrazio i No-Ponte perché rappresentano le ragioni del sì“, dice ironicamente il vicepremier e ministro delle infrastrutture. “Le opere accessorie ci sono e ci stiamo lavorando, con investimenti per 18 miliardi di euro per il potenziamento di strade e autostrade in Calabria e Sicilia“, sottolinea. “Il no ideologico ci sta, quindi vi ringrazio perché date voce ai sì“, conclude rivolto ai No-Ponte.

Versace: “coraggiosa la mia presa di posizione”

Dal canto suo, anche il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, risulta ambiguo. Fin dall’esordio il discorso di Versace trasuda intenzioni polemiche: “Io non ho preparato una relazione dettagliata come ha fatto il consigliere Zampogna“, dice il sostituto di Falcomatà, che subito dopo si mette sulla difensiva e parla di competenze della Regione che non sarebbero da attribuire alla Città Metropolitana. Fa i nomi di Oliverio, Santelli e Occhiuto, e si preoccupa di cosa sarà riferito a Roma. Come se fosse il messaggio che passa all’esterno l’importante e non la sostanza di quanto andrà deciso e fatto. Qualcuno fa un appunto a Versace, precisando che nessuno ha addossato responsabilità alla Città metropolitana, ma lui replica con un laconico: “non mi dovete interrompere“.

In verità Versace, coerentemente con quanto detto finora, si dice a favore dell’opera: “io metterei la firma affinché Salvini faccia il ponte“, dice, salvo poi entrare in polemica anche con RFI, il cui rappresentante, Marco Marchese, direttore investimenti area Sicilia e Calabria di RFI, aveva pocanzi precisato quali sono gli interventi pensati, e in parte già iniziati, per la realizzazione di decine di chilometri di gallerie, viadotti e impianti, che vadano a rafforzare i collegamenti di Calabria e Sicilia. “Io mi sarei aspettato un relazione più dettagliata sul territorio metropolitano“, dice Versace, che ribadisce di essere “favorevole al ponte“, ma “nella misura in cui può essere una risorsa e non cattedrale nel deserto“. Quindi servono opere complementari per far sì che la “struttura faraonica” – così la definisce il sindaco f.f. – entri “in rete con infrastrutture già esistenti nel sistema paese“. Tutti punti, questi, già affrontati dallo stesso Marchese in precedenza, il quale ha delineato il quadro in atto di Rfi proprio per intervenire in tal senso.

L’appello inascoltato che si disperde in mare…

Versace, infine, definisce coraggiosa la sua scelta, in qualità di sindaco metropolitano, di schierarsi su un’opera così importante. Verrebbe da chiedersi perché ‘coraggiosa’, considerando che si tratta dell’infrastruttura che segnerà la sorte della nostra regione per gli anni a venire. E questo è un dato di fatto. Infine, lo stesso Versace dice che il suo appello resterà inascoltato e andrà via con il mare. Ma in questo caso ci chiediamo: quale appello resterà inascoltato se ai suoi quesiti hanno risposto in precedenza altri relatori e soprattutto gli esperti del comitato tecnico scientifico?

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