La tragedia della Sanità calabrese: è (quasi) tutto un disastro, soprattutto a Reggio Calabria | DATI

I dati emersi dagli ultimi decreti del Commissario ad acta per la Sanità in Calabria sono altamente negativi e insufficienti a garantire un servizio sanitario degno

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Come previsto dall’Art. 2, comma 6, del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 150, convertito con legge n. 181/2020, il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, in questo caso Roberto Occhiuto, ha il compito di vigilare sull’operato dei dirigenti di Asp e Ospedali calabresi.

Nel caso in cui l’operato del “Commissario straordinario in relazione al raggiungimento degli obiettivi assegnati” sia negativo, “ne disporrà la revoca dall’incarico“. I dati della valutazione resi noti di recente attraverso i decreti del Commissario ad Acta, sono impietosi.

La legge su Asp e ospedali

Nello specifico, secondo il comma 2 dell’articolo 1 della suddetta legge, “la regione Calabria mette a disposizione del Commissario ad acta il personale, gli uffici e i mezzi necessari all’espletamento dell’incarico“. “Il contingente minimo di personale messo a disposizione dalla regione Calabria è costituito da 25 unità di personale dotato di adeguata esperienza professionale, appartenente ai ruoli regionali in posizione di distacco obbligatorio o da acquisire tramite interpello, in posizione di comando, ai sensi dell’articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127, da enti pubblici regionali e da enti del servizio sanitario regionale“.

In caso di inadempienza da parte della regione nel fornire il necessario supporto – prescrive ancora le legge –, il Commissario ad acta ne dà comunicazione al Consiglio dei ministri ed invita la regione a garantire il necessario supporto entro trenta giorni. In caso di perdurante inadempienza il Ministro della salute, previa delibera del Consiglio dei ministri, adotta, ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione, le necessarie misure per il superamento degli ostacoli riscontrati, anche delegando il Commissario ad acta ad assumere gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali necessari“.

I dati della Sanità

Alcuni dati emersi dagli ultimi decreti del Commissario ad acta, relativi all’anno 2021, sono altamente negativi e insufficienti a garantire un servizio sanitario degno di un paese civile. E’ il caso, ad esempio, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, diretta dalla dottoressa Maria Pompea Bernardi, che secondo il decreto 179 del 27 giugno 2023, ha ottenuto un punteggio di 52,13/100. Risultato simile a quello dell’Asp di Cosenza, diretta dal dottor Vincenzo La Regina, con i suoi 52,66/100.

Leggermente meglio, ma sempre insufficiente, l’Asp di Crotone, diretta dal dottor Domenico Sperlì, già primario del reparto di Pediatria dell’ospedale “Annunziata”. L’azienda sanitaria crotonese si è aggiudicata un punteggio di 55,85/100. Maglia nera, tra tutte, per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, diretta all’epoca dal dottor Gianluigi Scaffidi, con 45,21/100.

Un po’ meglio, ma solo leggermente, la situazione degli ospedali. Tutti poco più che sufficienti, si salvano per il rotto della cuffia, ad eccezione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Mater Domini. Questa, con i suoi due presidi a Catanzaro e a Germaneto, ha raggiunto un punteggio di soli 48,26/100.

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