La Reggina, la latitanza di Saladini, la trattativa per la cessione e le speranze per l’iscrizione | INTERVISTA

Reggina, il futuro si decide nei prossimi 4 giorni. Saladini ha un'unica via: pagare, vendere, salutare. Gli ultimi aggiornamenti

StrettoWeb

Felice Saladini non risponde. Il telefono squilla, con insistenza, ma la risposta non arriva mai. Non sa che quel numero è di un giornalista reggino. Quelle cifre sul display potrebbero anche essere di Bertarelli, Elon Musk o Jeff Bezos (a Reggio nelle scorse settimane ne hanno sparate così tante … ma i “buddaci” non erano i messinesi?!?!), eppure lui non risponde. Anche se dovesse esserci un nuovo acquirente che lo volesse contattare telefonicamente, l’imprenditore proprietario della Reggina non risponde al telefono. O quantomeno non risponde ai numeri che non conosce.

L’esigenza di contattarlo direttamente è nata negli ultimi giorni, perchè fino a poco tempo fa c’era sempre Marcello Cardona a fare da filtro. O meglio dire da scudo. Adesso, però, Cardona si è dimesso e l’unico riferimento della società rimane Saladini. Al Sant’Agata sono tutti disorientati, nessuno conosce le intenzioni del patron che ormai agisce da solo, anche a livello mediatico, guidato dal suo addetto stampa personale/aziendale che – qui tutto il karma della vicenda – tra tutte le città d’Italia sapete di dov’è? Ebbene sì, è proprio di Brescia. Esattamente come il suo commercialista, colui che dispone dei pagamenti per la gestione della Reggina (e anche della vicenda dell’omologa). Colui che detta la linea in base a norme e cavilli giudiziari legati alla legge sulla ristrutturazione del debito, con la pretesa di ignorare completamente i regolamenti della FIGC.

Ecco perchè l’unico modo per saperne qualcosa sulla Reggina adesso è quella di sentire direttamente Saladini. Ci stiamo provando, ma non c’è niente da fare. Saladini non risponde al telefono. E così l’unica fonte per avere notizie è quella istituzionale, tra la Federazione e il Ministero, da dove venerdì abbiamo saputo alle 16:00 che l’esclusione della Reggina dalla serie B ad opera della Covisoc era ufficiale.

Dovremmo sentire anche “l’altra campana”, ci stiamo provando ma è trincerata da tempo in un silenzio assordante.

L’intervista che avrei voluto fare

Buongiorno Saladini sono Peppe Caridi, direttore StrettoWeb, la chiamo da Reggio Calabria.

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Saladini ieri i Sindaci e i tifosi le hanno chiesto pubblicamente di fare chiarezza dopo l’esclusione della Reggina dalla serie B. Le hanno chiesto di parlare con la stampa. Di rispondere alla città. Vuole dire qualcosa?

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Saladini, sempre ieri ha fatto un comunicato chiarendo che sulla trattativa per la cessione del club parlerà, “com’è suo costume” – così dice – soltanto “quando ci sono dei fatti concreti”. Quindi al momento non ci sarebbero fatti concreti. Ma è stato lei e solo lei ad annunciare la cessione della Reggina e a salutare Reggio esattamente 11 giorni fa. Come mai il suo “costume” è cambiato così in fretta? Cos’è successo in questi 11 giorni? Se la sente di raccontarcelo, di raccontarlo a Reggio?

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Saladini, il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è apparso molto amareggiato ai nostri microfoni per l’esclusione della Reggina dalla serie B. Nel prossimo campionato cadetto ci saranno Cosenza e Catanzaro e il governatore aveva già assaporato il record delle 3 principali squadre della Regione fronteggiarsi in una festa per lo sport calabrese. Ha anche aggiunto che forse per evitare questo triste epilogo non ha aiutato proprio il suo annuncio della cessione della società. Che ne pensa?

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Saladini, che intenzioni ha in vista del ricorso? I 757 mila euro previsti dall’omologa li pagherà prima del collegio federale del 7 luglio? Andrà a parlare in Federazione e al Ministero per chiarire la sua posizione? Oppure continuerà in quest’incomprensibile braccio di ferro?

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Saladini, perchè ha ricominciato a fare la guerra alla FIGC anche dopo che a metà maggio aveva invece fatto un corretto passo indietro adeguandosi al sistema e scendendo a compromessi? Lo ricorda, non sono passati neanche due mesi. Ha accettato la penalizzazione di 5 punti senza procedere fino in fondo con ulteriori ricorsi, come invece aveva annunciato in precedenza. Lo aveva fatto – come spiegato da Cardona alla stampa – perchè bisognava adeguarsi al sistema calcistico di cui la Reggina faceva parte. Su StrettoWeb abbiamo scritto che era la scelta giusta, abbiamo apprezzato, vi abbiamo difeso, anche se al solito l’avete gestita malissimo soprattutto con la squadra. Perchè poi avete ricominciato a fare la guerra con le massime istituzioni del calcio e dello Stato? A che pro? Come pensa di poterla spuntare, per giunta senza neanche Cardona?

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Saladini, si rende conto che oltre a Gravina e alla FIGC ha scatenato l’ira persino del Governo? E’ intervenuto addirittura il Ministro Abodi. Non l’aveva fatto neanche per la Juventus. Capisce la gravità della situazione? Quella conferenza sull’omologa, tre ore dopo la morte di Berlusconi, ha fatto impazzire i palazzi.

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Saladini, la cede la Reggina entro quattro giorni? Sarà determinante per il futuro del calcio nella principale città della sua Regione, ma anche per il suo futuro e la sua credibilità imprenditoriale. Non riteniamo sia nelle condizioni di poter trattare granché. Arriverà al closing in tempo utile (prima del consiglio federale di venerdì)?

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Saladini, per concludere mi toglie una curiosità? L’anno scorso ha scelto Pippo Inzaghi, una figura straordinaria sia sotto il profilo professionale ma soprattutto dal lato umano, come poi il mister ha avuto modo di confermare in questi 12 mesi a Reggio. Perchè ad un certo punto ha iniziato a massacrarlo in tutti i modi possibili, a lui e alla splendida squadra che ha regalato una stagione di grandi soddisfazioni al pubblico amaranto? Perchè ha tentato di delegittimarlo, di mettergli contro la squadra e la tifoseria? Doveva essere anche per lei l’orgoglio più grande, da valorizzare e rivendicare. Doveva affiancarlo, sostenerlo, dargli supporto e serenità. Perchè invece è finita così male tra voi, anche dal punto di vista umano, dopo che per convincerlo era andato a Formentera?

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La storia che vorrei poter raccontare

Anche l’anno scorso il 1° Luglio ho pubblicato su StrettoWeb la storia che avrei voluto raccontare. Erano passate solo due settimane dall’arrivo di Saladini a Reggio e scrivevo testualmente “Reggina, così non va: dopo 15 giorni è tutto in alto mare e Saladini resta a guardare“. Uno scenario che, visto con il senno di poi, era abbastanza lungimirante rispetto a quanto è accaduto alla fine di questa stagione in termini di assenza di visione, strategia e programmazione. Ebbene, anche oggi c’è una storia che vorrei poter raccontare. Vorrei ma non posso, perchè al momento non si è verificata.

Vorrei raccontare che subito dopo l’esclusione dalla serie B, ricevuta la mazzata più pesante, Saladini fa un esame di coscienza e cambia strategia. Ripone l’accetta di guerra e decide di confrontarsi con la FIGC. E’ l’unica strada praticabile per avere ancora un barlume di speranza in vista del ricorso. Vorrei raccontare di Saladini che si scapicolla presso la sede della FIGC (qualora dovesse servire è in pieno centro a Roma, via Allegri numero 14) con una copia della ricevuta del bonifico di 757mila euro nelle casse dell’erario. Previo appuntamento. Possibilmente facendosi accompagnare dal Sindaco Paolo Brunetti. E poi per mettere la seconda toppa, subito dopo vorrei raccontare di un Saladini che va a tutelarsi ulteriormente in via della Ferratella in Laterano, nei pressi del Colosseo, ad incontrare il ministro Abodi presso la sede del suo dicastero. Anche il numero del ministro lo trova facilmente, giusto per fissare l’appuntamento. Se proprio dovesse servire, basta uno squillo o un messaggio Whatsapp e glielo passiamo noi. E anche lì dovrebbe andarci con il supporto del Sindaco a rappresentanza della città, e ovviamente con un’altra copia del bonifico di 757 mila euro.

Racconterei che questo comportamento nobile non garantisce nulla per il buon esito del ricorso, ma dopo tutti i danni combinati nelle ultime settimane sarebbe l’unico modo per provare di salvare il salvabile e quindi di spingere il consiglio federale a dare ancora credito alla Reggina. Vorrei raccontare di un Saladini che decide di cambiare passo, smettendo di rivendicare l’omologa con comunicati e conferenze guerrafondaie nei confronti delle istituzioni calcistiche che detengono il potere decisionale sul destino del club. E’ una strategia suicida per la Reggina. La sta portando a sbattere contro un muro. Vorrei raccontarlo,  invece non posso perchè neanche dopo l’esclusione dal campionato Saladini sembra aver inteso fare dietrofront. Continua a far pubblicare sul sito ufficiale comunicati in cui lascia intendere di non voler pagare nulla prima del 12 luglio, ribadisce il muro contro muro. Tuttavia ci sono ancora quattro giorni (lunedì, martedì, mercoledì e giovedì). E tutte le strade portano a Roma. Chissà che io non possa raccontarla davvero, questa storia.

Contestualmente, vorrei raccontare del closing per il passaggio di proprietà. La trattativa c’è, l’identikit dell’acquirente non corrisponde ad alcun nome uscito in queste settimane, tantomeno nelle ultime ore, tutto è in stallo per dettagli economici tra le parti. Ma al momento Saladini non è più nelle condizioni di trattare. Per la Federazione, che ormai ha perso ogni briciolo di fiducia nei confronti di Saladini, è un altro elemento fondamentale. Per vincere il ricorso serve il pagamento, servono le scuse, serve la cessione.  E’ l’ultimo tentativo per provare salvare una bandiera con 109 anni di storia gloriosa. Altrimenti l’esito del ricorso è già scontato.  Le false speranze alimentate dai soliti noti che confondono l’amore per una bandiera con la fede cieca nei confronti di chi provvisoriamente detiene la guida di quella bandiera sono destinate ad un drammatico e brusco risveglio.

Dalla pace all’incomprensibile nuova guerra in meno di due mesi

Il rammarico c’è perchè meno di due mesi fa la società aveva riconosciuto l’autorità della FIGC. Aveva accettato la penalizzazione, che significava riconoscere le ragioni della Federazione. Era scesa a compromessi con la massima istituzione calcistica, aveva deciso di smettere di fargli la guerra. La saggia decisione di Cardona arrivava anche perchè la stessa Federazione aveva deciso di non fare la guerra alla Reggina, di essere morbida rispetto all’imbarazzo posto da una società che rischiava di mettere in crisi il sistema. Una penalizzazione così piccola da risultare totalmente ininfluente sul campo. Una fiducia totale sul futuro, proprio grazie alla garanzia di una figura come Cardona. Che faceva pesare la propria autorevolezza nelle stanze del potere. Che garantiva per Saladini. Così tanto, forse con un pizzico di ingenuità, che sei giorni prima di dimettersi confidava ai giornalisti di “tenerselo stretto” a Saladini. Evidentemente neanche lui – per giunta tenuto completamente all’oscuro della trattativa per la cessione poi naufragata – poteva mai immaginarsi una tale pugnalata alle spalle.

L’impressione è che Saladini si sentisse così furbo da cavarsela senza pagare neanche i 757 mila euro, lasciandone l’incombenza al nuovo proprietario. Che però non è fesso. Ma la Reggina la vuole davvero. Ovviamente la cessione dovrebbe essere condizionata all’iscrizione, ma alla FIGC basta un preliminare di vendita. Basta sapere che dal giorno successivo non avrà più a che fare con chi le ha fatto la guerra fino a ieri, bensì con un nuovo soggetto. Sono quattro giorni nevralgici in cui da un lato c’è la prospettiva dell’iscrizione in serie B e la contestuale cessione ad una nuova proprietà, (anzi, nell’ordine, cessione ad una nuova proprietà e poi quindi la riammissione tramite ricorso alla serie B), o al contrario il totale oblio che significherebbe la fine del calcio a Reggio. Tutto dipende da cosa farà Saladini in questi quattro giorni.

Oggi l’auspicio che Saladini agisca come indicato in precedenza è soltanto l’unico possibile tentativo che rimbalza in queste ore tra gli addetti ai lavori, tra gli esperti dei meccanismi federali, tra i conoscitori del sistema calcio. Lo ha scritto a chiare lettere anche Fabrizio Condemi, non certo l’ultimo arrivato in termini di competenze in materia. In sostanza lo hanno detto anche i tifosi nel loro comunicato: chiarite, pagate, vendete. E poi sparite in ogni caso, perchè la dignità di Reggio l’avete già calpestata abbastanza.

Altrimenti Saladini può sempre scegliere di insistere. E di uscire di scena nel modo peggiore. Poi tra mesi (Coni?) o anni (Tar?) e le varie assise potranno anche riconoscere le sue ragioni a livello di giustizia ordinaria, ma di quello alla città interessa poco. C’è il precedente del Chievo: lo sport andrà avanti senza la Reggina. La giustizia sportiva è nata proprio per questo, con la propria autonomia, per l’esigenza del mondo sportivo di avere sentenze rapide e immediate che superassero le lentezze della giustizia ordinaria in funzione del regolare svolgimento dei campionati. E anche i giudici federali sono magistrati a tutti gli effetti.

Infine consentiteci una postilla. Che serva da lezione quantomeno alla città, se non a tutta la Regione. Diffidate sempre di chi sbandiera trasparenza e onestà. Non sono principi e valori. Sono scontate banalità. Ci mancherebbe pure che un personaggio pubblico, un imprenditore o tantomeno un prefetto, non fossero onesti e trasparenti. C-i  m-a-n-c-h-e-r-e-b-b-e  p-u-r-e. Non è un pregio, non è un merito, non è un valore. E’ una scontata banalità. Che si dimostra con i fatti di ogni giorno senza alcuna autocelebrazione.  Saladini lo è stato persino meno di Gallo, che nessuno ha mai considerato un sant’uomo tanto che l’anno scorso è finito in manette ma a Reggio quantomeno ci aveva messo il cuore e comunque ha lasciato alla città una Reggina molto più in alto di dove l’aveva presa non solo come categoria sportiva ma anche come valore di tutta l’organizzazione societaria, professionalità delle varie piante organiche, condizioni di tutte le strutture (stadio e centro sportivo). Saladini invece rischia di lasciare solo macerie e, senza il cambio di passo auspicato in extremis, rischia anche di impedirne la ricostruzione. Ha quattro giorni di tempo. E un’unica via: pagare, vendere, salutare.

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